rotate-mobile
Politica

Caso Furlanič - Il Pd si divide, Russo: «Doveva dimettersi». Bertoli (Fi): «Non è più il nostro presidente»

18.17 - Rovis (Pdl/Ncd): «Renzi #cambiaverso, il Partito democratico triestino no»

Era invevitabile che il voto di ieri sera in Consiglio comunale sulla sfiducia al presidente Iztok Furlanič portasse con se, in tutti i casi, una scia di polemiche politiche. Fin da subito dopo il voto i consiglieri dell'opposizione hanno riempito di social networks di frasi ironiche del tipo «Il Pd di trieste sfiducia Francesco Russo e conferma Furlanič» (primo autore il forzista Roberto Dubs protagonista a un certo punto per aver indossato una maglietta che ha fatto storcere il nasto a Marino Andolina).

Francesco RussoOggi, a freddo, ecco i primi commenti dell'oppisizione, ma anche dello stesso Russo: «Leggo stupito commenti che provano ad apparire entusiastici da parte di chi, oggi, rivendica una vittoria. Ma all'indomani di un Consiglio comunale protrattosi fino a notte inoltrata su una polemica evitabile non c'è davvero nessuna vittoria da festeggiare - tuona il senatore triestino Francesco Russo -. Se aver deliberatamente usato una provocazione capace di disorientare e amareggiare tante decine di migliaia di cittadini triestini che alla politica chiedono soluzioni per il futuro e non interpretazioni divisive su un passato doloroso è considerato una vittoria io personalmente non mi riconosco in questo modo di stare nelle istituzioni e di occuparsi della cosa pubblica. E non mi riconosco nemmeno in un’idea di sinistra rancorosa, divisiva, litigiosa, sempre alla ricerca di un nemico, con lo sguardo perennemente rivolto al passato, pronta a fare muro contro muro su questioni ideologiche e incapace di qualsiasi concretezza. Credo, invece, in una sinistra inclusiva, che non lascia nessuno indietro e lavora per superare le divisioni, concreta, laica, attenta al dolore di chi non ce la fa, che riconosce e rispetta il diverso, orgogliosa di aver contribuito a pacificare le diverse memorie della nostra comunità, che ha il coraggio di superare le ideologie del passato. Iztok Furlanič, che oggi si definisce un “sopravvissuto”, crede davvero di aver vinto la sua battaglia politica. Ma una volta di più si sbaglia e non si rende conto che ha cominciato a perderla il giorno in cui ha rilasciato la famosa intervista: in qualità di Presidente del Consiglio comunale è venuto meno al suo dovere di rappresentare tutta la città nella sua interezza. Ha vestito i panni dell’ultras incendiando gli animi e mettendo i cittadini di Trieste gli uni contro gli altri. Ha, inoltre, messo in imbarazzo le istituzioni e reso più gravoso il lavoro che Sindaco, Giunta e Consiglio comunale, ogni giorno, portano avanti con grande impegno e grande serietà. E, soprattutto, fino al duro richiamo da parte del PD di ieri sera, non ha mai chiesto scusa. Anzi. E dico per questo che, se non era convinto, avrebbe fatto meglio a dimettersi invece di minacciare "conseguenze politiche" per la maggioranza e rilasciare improvvide dichiarazioni. Ma a lui e a tutti quelli che, dall’alto delle 2100 firme raccolte, oggi esultano dico: facciano pure. Sappiano che il PD, primo partito della città che esprime Sindaco e maggioranza relativa dei consiglieri, è un partito responsabile che ha un'ambizione più alta: parlare con i fatti a quei (presunti) 2.000 e soprattutto agli altri 198.000 cittadini. Perché capiamo lo spaesamento di chi, leggendo i giornali di questi giorni, ha pensato che le risposte alle emergenze sociali devono venire prima dei litigi sulle interpretazioni storiche. Il Partito Democratico si candida a lavorare per dare risposte credibili ai cittadini. E lascia le sterili polemiche di parte a chi, evidentemente, non ha argomenti migliori per provare ad assicurarsi una sopravvivenza politica».

13nov14. Consiglio Comunale Trieste- sfiducia presidente Furlanič (foto di Emanuele Esposito)-13Contro il presidente Furlanič e il Partito democratico si scaglia Paolo Rovis (capogruppo Pdl in Consiglio) sul suo blog (dove è possibile leggere l'intervento completo): «Renzi #cambiaverso, il Partito Democratico triestino no. È questo il dato politico che emerge, netto, dall’esito del voto di stanotte sulla mozione di sfiducia al presidente del Consiglio comunale Furlanič. Una serata durante la quale, con compostezza, i 15 firmatari della mozione hanno spiegato le ragioni dell’atto. Nulla a che fare con la Storia: era ed è l’attualità sotto accusa. Quella del 2014, quando un’istituzione (quella di presidente del Consiglio comunale, ndr), che dovrebbe rappresentare tutte le sensibilità, viene meno al suo dovere di imparzialità e assume pubblicamente posizioni allineate esclusivamente con la propria parte politica. La doverosa sanzione non è stata comminata. Il presidente Furlanič mantiene la seconda carica del Comune di Trieste grazie ai voti a lui favorevoli del Partito Democratico. Eppure, nel corso del dibattito, sia dal sindaco Cosolini che dal capogruppo PD Toncelli sono partite parole di forte condanna nei confronti di Furlanic. Parole, appunto. Non voti conseguenti. Una commedia con il copione già scritto. Furlanic che inizialmente mantiene – anzi, rilancia – le sue posizioni, il Sindaco e il PD che lo riprendono duramente ma, come si fa con i bambini, annunciano che, di fronte a delle scuse e alla promessa di non farlo più, avrebbero perdonato».

13nov14. Consiglio Comunale Trieste- sfiducia presidente Furlanič (foto di Emanuele Esposito)-11Ancora più duro è il commento di Everest Bertoli, capogruppo Forza Italia che dichiara: «Da oggi non abbiamo più un presidente in Consiglio comunale. Forza Italia non riconosce chi non solo ha offeso la memoria e la dignità della città ma pretende di arrogarsi il diritto di decidere quando comportarsi da arbitro e quando da giocatore. Furlanič ha scavato, per puri fini elettorali, un abisso tra se e la stragrande maggioranza della città. Ieri, comunque, qualcuno in Consiglio comunale è stato sfiduciato. L'intero gruppo del Pd, per um calcolo elettorale ha deciso di scaricare il senatore Russo e la sua linea a tutela della città. Cosi faccendo il Pd non solo ha salvato la poltrona di Furlanič ma soprattutto ha calpestato la dignità della nostra amata Trieste».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso Furlanič - Il Pd si divide, Russo: «Doveva dimettersi». Bertoli (Fi): «Non è più il nostro presidente»

TriestePrima è in caricamento