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Città metropolitana, Orel (PSI): «Modello sia Trentino-Alto Adige, benessere sociale al top»

Lo rileva in una nota Gianfranco Orel, segretario della federazione di Trieste del Partito Socialista Italiano: «La raccolta di firme in atto, promossa dal senatore Russo, se non altro ha avuto un grande pregio: ha fatto da detonatore ai distratti politici triestini e goriziani oggi al potere»

«Forse ha ragione Sergio Cecotti, già sindaco di Udine e presidente della regione Friuli Venezia Giulia,  che affrontando il tema della città metropolitana di Trieste dubita sul coraggio e la lungimiranza della classe politica locale su questo tema. Basta pensare infatti che la legge regionale 1/2006, tutt'ora vigente, che prevedeva la sua istituzione non è mai stata attuata, e son passati quasi 10 anni!»

Lo rileva in una nota Gianfranco Orel, segretario della federazione di Trieste del Partito Socialista Italiano.

«Più recentemente - continua la nota - nel 2014 il consiglio regionale, con i consiglieri triestini supini e ininfluenti, ha escluso la città metropolitana dalla riforma degli enti locali..  In verità ci sono però delle personalità che si sono spinte oltre il tipico conservatorismo di chi è nella stanza dei bottoni. Tra essi l'attuale sindaco di Udine Furio Honsel che in una recente intervista al Messaggero Veneto del 23 settembre  afferma che "Trieste metropolitana non penalizza Udine" e concludendo fa questa considerazione: "se il Friuli Venezia Giulia non avrà nemmeno una città meropolitana perderemo tutti".. Dopodichè, il giorno dopo preso per le orecchie dal PD, ha rettificato il tiro, ma tant'è».

«Il rettore poi dell'università di Udine De Toni - continua Orel - , ha lanciato la proposta di una convention sulla revisione dello statuto regionale; in questo ambito, afferma, dovrà esserci spazio anche per affrontare il tema dell'area metropolitana di Trieste e del suo porto, che deve diventare, sottolinea, l'asset fondamentale logistico dell'intera regione, anche nel quadro del corridoio 5 (Lisbona-Kiev).. Il presidente della provincia di Udine Fontanini, da tempo, si è spinto ben oltre, proponendo il modello Trentino Alto Adige con due province autonome: Trieste e Udine. In merito la risposta dei nostri massimi triestini (parlo del Sindaco e della Presidente della provincia di Trieste) è stata: idea superata, quindi da scartare!» gianfrnaco orel-2

«Ma tutti sanno - sottolinea il segretario del PSI -  che il Trentino Alto Adige è all'avanguardia in Italia e in Europa nel benessere sociale e nel reddito pro capite; evidentemente questo dato di fatto, per gli esponenti locali, non merita nemmeno un approfondimento..! Da dire che gli aspetti negativi di detta regione e cioè l'autoreferenzialità e l'isolamento culturale, (opinione del direttore dell'Ictp Mauro Giacca) potrebbero ragionevolmente essere evitati nella stesura dello statuto e delle norme istitutive. Non è da sottovalutare inoltre che, nell'ipotesi si seguisse la strada della piena autonomia, essa costituirebbe un efficace antidoto all'incipiente centralismo renziano, che giorno dopo giorno annaqua la democrazia e la solidarietà sociale, e non ultimo riduce le risorse locali.. A fronte di queste "aperture friulane" cosa stanno facendo i consiglieri regionali triestini? »

«Fin'ora - ancora Orel -  si sono nascosti dietro il minimo comun denominatore della ragionata prudenza, (il timore cioè di perdere la specialià regionale..) in ciò irritualmente affiancati dalla CGIL . Nei fatti stanno dimostrando di essere solamente fedeli scudieri della totalizzante presidente della regione Serracchiani. E' sconfortante constatare che coloro che dovrebbero essere i protagonisti della battaglia politica per un nuovo ed efficace assetto istituzionale della Regione, si nascondano nelle trincee dell'inerzia, evidentemente paghi dei disastri che stanno producendo le UTI in tutto il Friuli Venezia Giulia». 

«A essi - conclude -  si sono aggiunti autoctoni onorevoli, con futuribili visioni di macroregioni (Rosato) o di ampi spazi di almeno un milione di abitanti (Maran) e quant'altro, con l'unico effetto di intorpidire le acque e rallentare i processi di rinnovamento in atto.  Anche l'UTI giuliana si sta dimostrando traballante, con i comuni minori contrari assieme a metà consiglio comunale di Trieste. Solo ora ci si sta accorgendo che trovare un rimedio è d'obbligo, se non si vuole, tra l'altro, andare incontro a pesanti sconfitte elettorali..! La raccolta di firme in atto, promossa dal senatore Russo, se non altro ha avuto un grande pregio: ha fatto da detonatore ai distratti politici triestini e goriziani oggi al potere».

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