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Congresso Pd, Giorgio Rossetti contro Russo: «Si comporta da capo corrente, fiducia ad Adele Pino»

Lo rileva in una nota l'ex europarlamentare Giorgio Rossetti

Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

Venerdì sera l'assemblea provinciale del PD ha provveduto all'elezione della nuova guida dei democratici triestini dopo che due settimane fa lo stesso organismo aveva ratificato le dimissioni di Nerio Nesladek. La persona individuata con il compito di traghettare il PD oltre il referendum di ottobre per poi andare al congresso è stata Adele Pino, già dirigente sindacale ed assessore uscente della ormai disciolta Provincia di Trieste.

Merita rilevare che la proposta è maturata sulla base di un documento firmato da 28 giovani del PD, rappresentanti tutte le diverse anime e sensibilità del Partito.

Il documento, premessa l'importanza di “individuare in tempi rapidi come guida del Partito una figura di garanzia che consenta l'operatività dell'azione politica sul territorio triestino”, assicurava da parte dei firmatari “la piena disponibilità e tutto il sostegno alla persona che verrà individuata dall'Assemblea”.

Uno di questi, presentando il documento, ha poi formalizzato la proposta di Adele Pino, poi approvata con 27 voti a favore, due contari e quattro astenuti. Starà ora a lei definire la squadra di segreteria che garantisca l'unità del partito ma anche la sua effettiva operatività, corrispondendo alla richiesta dei giovani che hanno dichiarato la loro disponibilità all'impegno a patto che “le persone chiamate a collaborare siano individuate con metodologie quanto più trasparenti e svincolate da logiche di appartenenza privilegiando il loro ruolo funzionale”.

Sabato leggo non senza stupore e francamente con ulteriore delusione la lettura che della riunione ha dato sulla stampa locale Francesco Russo. “E' stata fatta una scelta che guarda al passato” dice il senatore (uscente) “Vedere i giovani ancora una volta lasciati in panchina lascia l'amaro in bocca. E io preferisco sedermi in panchina insieme a loro perché finisca la stagione dei capi corrente e affinché siano loro il futuro del PD”-

Ora, a meno che io non abbia assistito ad un altro film, se c'è uno che nella riunione si è comportato da capo corrente è stato proprio il senatore (uscente) dem, pronto a soprassedere a tutto - anche alla verifica del numero legale - purché si accettasse la sua proposta per la segreteria: che non era quella di un giovane ma di una persona coetanea – anzi più vecchia di un anno - di Adele Pino. E si è detto risentito per essere stato coinvolto dalla stessa Pino solo all'ultimo momento, ma dopo aver tempestato di telefonate da oltre una settimana il suo candidato, che anche ieri in assemblea ha declinato motivatamente la proposta. Se questo non è un comportamento da capocorrente, cos'é?

Personalmente preferirei che non ci fossero le correnti, ma in assenza di un leader sufficientemente carismatico da unificare su un'idea forte il PD, tengo conto della loro esistenza e non accetto che a scagliare la prima pietra contro di esse sia uno che di correnti è vissuto e ha fatto carriera.

Conclusione: la candidatura e l'elezione di Adele Pino risponde ad un'esigenza politica di traghettamento oltre la scadenza del referendum espressamente avanzata dai 28 giovani, ma ampiamente condivisa da tutte le anime, sensibilità, componenti ideali del Partito. Starà ad Adele scegliere una squadra che raccolga le esigenze di rinnovamento, garantendo operatività e crescita di nuovi quadri, e scongiurando la saga dei dilettanti allo sbaraglio. Ricordo che nella segreteria Nesladek i giovani erano otto su undici.

L'unico a non condividere questo percorso perché voleva non un giovane ma un altro vecchio è il senatore (uscente). Alla faccia della coerenza.

Giorgio Rossetti

Partito Democratico

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