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Costi della politica, Menis contro Furlanič: «Dati fuorvianti: nessun aumento della produttività»

Il portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio comunale contesta la lettura dei dati presentati dal presidente del Consiglio in cui lo stesso spiegava che i 75 mila euro in più del 2014 sono dovuti all'incremento del numero di sedute e di commissioni e gruppi consiliari

«L’aumento dei costi del Consiglio comunale di Trieste e delle commissioni non significa che ci sia un aumento della produttività “politica”. Anzi, continuano infatti ad essere convocate riunioni di commissioni che alla fine risultano inutili». Paolo Menis, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio comunale, contesta la lettura dei dati presentati dal presidente del Consiglio Furlanič avvenuta ieri e in cui lo stesso spiegava che i 75 mila euro in più del 2014 sono dovuti in parte all'incremento del numero di sedute (molte straordinarie) e in parte al numero di commissioni e gruppi consiliari che ne fanno parte.

«Per quanto riguarda poi le presenze dei consiglieri (la cui media che supera il 90%, ndr) il dato è fuorviante – sottolinea Menis -. Per risultare presente al consigliere è sufficiente rispondere all’appello iniziale che viene fatto a inizio seduta. Il politico può decidere di rimanere 10 minuti in aula e poi andarsene, risulterà ugualmente “presente”. E parallelamente potrà arrivare al termine della serata e risultare ugualmente “presente” per tutta l’assemblea».

«Per avere un’indicazione oggettiva della partecipazione del consigliere comunale all’attività politica – conclude il portavoce M5S - è necessario quindi fornire i dati sulla presenza alle votazioni dei singoli documenti (delibere e mozioni)».

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