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Dl dignità, M5s Fvg: «Smantellare Jobs act per restituire diritti»

«Noi contro le lobby, nessun favore nel decreto. Investiremo per diminuire infortuni e morti bianche»

«Per la prima volta dall’approvazione del Dl Dignità leggiamo un commento fuori dalla mera propaganda anti-governativa e non ci sorprende che il parere favorevole venga proprio da parte di chi conosce il mondo del lavoro e le difficoltà che i dipendenti hanno incontrato in questi anni. Soprattutto se giovani e precari, senza certezze per il futuro e con tanti rischi per la propria incolumità» è quanto dichiarano in una nota i Portavoce in Regione del Movimento 5 Stelle FVG in merito alle dichiarazioni rilasciate dal segretario regionale della Cgil, Pezzetta. 

Sicurezza

«In tema di sicurezza del mondo del lavoro – proseguono i Portavoce regionali M5S - come anticipato nei giorni scorsi, chiederemo da subito che le commissioni consiliari competenti in Regione siano convocate per affrontare la questione che solo marginalmente è stata discussa nella scorsa legislatura. Lavorare deve offrire promesse per il futuro dei nostri cittadini, non metterne a repentaglio la vita».

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Solo l'inizio

A sottolineare il carattere d’urgenza del Decreto e chiarire le sue finalità intervengono anche i portavoce alla Camera dei Deputati del MoVimento 5 Stelle FVG, Sabrina De Carlo e Luca Sut ed il senatore Stefano Patuanelli: «Il Dl Dignità è solo il grimaldello che ci permetterà di affrontare, nel corso della Legislatura, i vulnus che affliggono il sistema occupazione. A fronte dell’allarme lanciato dal segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta in materia di sicurezza sul Lavoro, accogliamo sicuramente la richiesta di un maggior investimento atto a fronteggiare infortuni e morti bianche, come già dichiarato da Luigi Di Maio tempo addietro. Importante sarà intervenire con un piano di incentivazione premiante rivolto alle aziende che investono in sicurezza sul Lavoro, riducendo l’Iva sui prodotti destinati ad elevarne i livelli e tagliando il costo del lavoro per le realtà in tal senso virtuose».

Contro le lobby

«Un altro dato importantissimo da registrare – proseguono De Carlo, Sut e Patuanelli -  è che nel decreto non c’è stato alcuno spiraglio di interessi delle lobby, ma esclusivamente quelli dei cittadini. Nessun interesse di partito, nessun favore agli imprenditori, ad alcun banchiere, amico o parente, né commi che nascondono qualche vergogna nel vecchio stile renziano; il decreto non nasce da pressioni della Bce, soltanto dalla necessità di restituire diritti. Non è possibile anche solo credere che maggiori diritti per il lavoratore possano avere ripercussioni negative sul mercato del lavoro» concludono De Carlo, Sut e Patuanelli del MoVimento 5 Stelle alla Camera e Senato. 

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