Ferriera, Matejka (Fdi): «Chiusura area a caldo e ricollocamento lavoratori in altri settori»
Era chiaro sin da subito che la Ferriera, con la sua attività ormai non più competitiva, poteva essere però un cavallo di troia per acquistare lo sbocco sul mare e utilizzare il regime agevolato del
porto di Trieste.
Chiunque mastichi di industria e di siderurgia conosce bene, infatti, che di fronte all'emersione delle economie asiatiche la vecchia produzione siderurgica in Italia non potrà di certo competere con i bassi costi di queste.
Nulla da obbiettare rispetto alla possibilità di assicurare i posti di lavoro ma esistevano prospettive meno impattanti a livello occupazionale per assicurare la continuità dei questi posti di lavoro.
Il Partito Democratico, che con i soldi pubblici ha richiamato Arvedi, potrebbe di certo subodorare che la questione inquinante dell'area a caldo e la sua risoluzione non è di certo economicamente conveniente per la proprietà e porterà presto a tardi ad uno scontro, che potrebbe essere anche un pretesto per farla chiudere, ritenendola improduttiva ed economicamente non redditizia.
Di fronte a questa palese gioco a perdere non è più possibile giocare con la salute dei cittadini prolungando questa agonia.
Per queste ragioni chiediamo che venga aperto quanto prima un tavolo con l'azienda per il recupero dei lavoratori dell'area a caldo, destinandoli al resto della produzione, l'area a freddo e lo sbocco portuale, che crediamo potrà espandersi ulteriormente. Come già detto assicurato da Arvedi sarà di certo possibile trovare così una congiunzione tra la necessità endemica di salvare i posti di lavoro nella nostra martoriata città e la salute dei nostri cittadini.
Siamo stanchi e disgustati dalle ipocrisie della giunta Cosolini e pretendiamo che le molteplici voci di protesta che arrivano non più solo da Servola, ma dalla cittadinanza tutta, responsabilizzano i nostri amministratori.
Diego Matejka
Componente dell'Assemblea Nazionale di Fratelli D'Italia