Primarie Pd, Cosolini riempie il San Marco: «No a personalismi, conta la città»
Roberto Cosolini scende nella sfida alle primarie del Pd e tiene comizio davanti a circa 200/300 persone che hanno affollato il Caffè San Marco
«Non risponderò agli attacchi personali! Continuerò a fare quello che avrei fatto, parlando a tutti i cittadini di Trieste, non solo a quelli delle primarie e quindi di centro sinistra. C'è una domanda di cambiamento e discontinuità che in questo momento di paura e crisi va a colpire tutti i livelli di amministrazione. Il tema oggi è un altro: vogliamo raccontare che qui a Trieste il cambiamento è in corso e ha già superato ostacoli che sembravano insormontabili».
Circa quaranta minuti di comizio davanti a 200/300 persone che hanno affollato il Caffè San Marco: Roberto Cosolini risponde all'avversario delle primarie Francesco Russo con i fatti: «C'è chi mi ha detto di raccontare le cose fatte... Altri mi hanno detto di far sognare e raccontare il futuro... Penso che la verità stia in entrambe queste idee, perchè noi dall'immobilismo ci siamo già usciti nonostante i tempi difficili: risorse calanti e domande di servizi sociali crescenti; richieste di strade e marciapiedi perfetti a confronto con il patto di stabilità; abbiamo poi frontggiato le scelte non fatte in passato che poi ci hanno presentato il conto. Tutto questo non ci ha impedito di spezzare l'immobilismo: bisogna avere il sogno, la visione, e contemporaneamente il passo di marcia, fatto di un passo dopo l'altro, nessuno ti consente le scorciatoie».
Poi il sindaco elenca i quattro punti di riferimento della sua amministrazione: «Una città solida (riduzione del debito, equilibri di bilancio senza tagliare ma aumentando i servizi sociali e per le famiglie), una città solidale (migliore welfare d'Italia e la convinzione che bisogna garantire più diritti alle diversità delle persone, diversità di cultura e provenienza), città più viva (nonostante la crisi con tanti imprenditori del turismo e culturali abbiamo reso la città più viva con i grandi eventi, crescita turistica nettamente superiore a quella nazionale e regionale, una città che fosse di nuovo in Europa e non fuori dal mondo, abbiamo riscoperto la capacità di aprirci e uscire dal provincialismo nella quale eravamo precipitati), città più dinamica in cui si riscopre la possibilità di investire (qui eravamo nella città del "no se pol" o del passi sotto il "giogo di un perverso equilibrio tra politica ed economia oppure non se ne fa niente", ma sono ripartiti gli investimenti, quelli difficili e che fanno ancora discutere come la ferriera: noi non abbiamo una gerarchia di valori - salute, giustizia e ambiente -, ma li poniamo come nostri punti di riferimento)».
«Nel 2011 nel nostro programma c'era una frase molto importante: da città sul mare a città di mare e la città di mare sta diventando una realtà, grazie a una svolta sul porto (quando una certa signora finalmente se ne va a casa (Marina Monassi, ndr), scelta voluta e cercata, e arriva forse la migliore scelta della portualitá italiana (Zeno D'Agostino, ndr). Riconosco il ruolo che ha avuto Francesco (Russo, con il suo emendamento sulla sdemanializzazione del Porto Vecchio, ndr) - conclude Roberto Cosolini -, ma come tutti i grandi risultati però va ricordato che non sono mai risultati di un singolo, ma di una squadra (nata nel 1997 quando si rompono i cancelli per mostrare alla città cosa si celava in Porto Vecchio)».
L'unica cosa che conta è la città. Non i personalismi. Noi continuiamo da qui #cosolinisindaco #primarietrieste pic.twitter.com/MyKKzzyKgP
— Roberto Cosolini (@RobertoCosolini) 15 Febbraio 2016