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Ferriera, Menis e Ussai (M5s): «Vergognoso ricatto di Arvedi che tiene in ostaggio un’intera città»

I portavoce del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai e Paolo Menis attaccano duramente le dichiarazioni del cavalier Arvedi sul fatto di essere pronto a chiudere l'area a caldo della Ferriera di Servola se inquinante e di conseguenza però chiudere l'intero stabilimento

«Altro che rispetto di tutti gli stringenti parametri ambientali disposti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale vigente. Lo stabilimento di Servola sta continuando a produrre senza rispettare i limiti emissivi di legge per l’inquinamento acustico. Prova ne sono le rilevazione dell’Arpa e le sanzioni comminate alla proprietà». I portavoce del MoVimento 5 Stelle Andrea Ussai e Paolo Menis contestano con durezza le dichiarazioni del cavalier Arvedi che ieri ha affermato di essere pronto a chiudere l’area a caldo qualora emergesse che i valori ritenuti inquinanti superino i limiti di legge con la catastrofica pregiudiziale di chiudere l'intero stabilimento di Trieste.

«Ci stiamo chiedendo, inoltre, di quale piano industriale Arvedi stia parlando quando afferma che “la chiusura dell’area a caldo significa la chiusura dell’intero stabilimento” perché “senza l’area a caldo non si sostiene economicamente nel piano industriale”. Vogliamo ricordare a tutti - sottolinea il portavoce M5S in Consiglio regionale Andrea Ussai - che il “piano industriale e finanziario 2014-2016”, presentato da Siderurgica Triestina all’interno dell’accordo di programma quadro, prevedeva già una seconda fase in cui valutare il mantenimento o meno “della produzione di ghisa e della cokeria con l’eventuale ipotesi di sostituire la produzione di coke approvvigionandolo dall’estero”. Tutto questo dismettendo la cokeria e riconvertendola in un’area retro portuale di circa 50 mila mq».

«Senza il contributo di soldi pubblici e senza il rilascio dell’AIA non ci sarebbe stato nessun investimento privato – incalza il portavoce in Consiglio comunale Paolo Menis -. Ed è per questo che la proprietà deve attuare da subito una seria concertazione per programmare il superamento dell’area a caldo riducendo nel contempo al minimo la perdita dei posti di lavoro che devono essere recuperati con l’entrata in funzione del laminatoio».

«È vergognoso - concludono i due pentastellati - che il cavalier Arvedi continui a sventolare il ricatto occupazionale per poter fare i propri comodi, tenendo così in ostaggio un’intera città». 

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