G7, Sap: «Nessuna stretta ai confini triestini, solamente l'ennesimo spot mediatico»
«Non si intende assolutamente rafforzare in termini di uomini la Polizia di Frontiera, quella incaricata e professionalmente preparata ad effettuare i controlli ai confini»
Il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) si è espresso in vista del G7 di Taormina, riguardo alla sospensione dell’accordo di Schenghen e quindi la conseguente chiusura temporanea dei confini della nostra provincia (dal 10 al 30 maggio) e il ripristino dei controlli alle frontiere.
«Spiace constatare - dichiara il Sap - che, pur “essendo riconosciuta la specificità del territorio”, non si intenda assolutamente rafforzare in termini di uomini la Polizia di Frontiera, quella incaricata e professionalmente preparata appunto ad effettuare i controlli della zona confinaria di Trieste che notoriamente è circondata da circa 54 km di confini terrestri, facilmente “permeabili e violabili”, nonché da quelli marittimi».
«Dopo la rimozione dei presidi di polizia sui confini - spiega il sindacato - , la Polizia di Frontiera terrestre nel 2007 aveva perso circa 150 uomini e oggi l’organico ammonta a circa 100 unità a causa della mancanza di turnover che non garantisce nemmeno il numero previsto per le esigenze odierne. I numeri attuali non sono sufficienti già in una situazione di normalità e la prova di questa tesi è testimoniata dal continuo “silenzioso e lento smantellamento” che la porterà alla chiusura mai completamente smentita, della sottosezione di Frontiera di Villa Opicina, operazione necessaria per per poter garantire il mantenimento dell’organico delle altre sottosezioni e del Settore di Polizia di Frontiera Terrestre».
«In considerazione dell’attività dei prossimi giorni -continua -, già all’inizio di aprile il Sap aveva inviato ai vertici della Polizia di Frontiera una nota con la quale chiedeva di conoscere il progetto d’impiego del personale e la logistica predisposta per il territorio giuliano in vista di questo appuntamento internazionale, repuntando impossibile un controllo efficace e serio nell’arco delle 24 ore. Ricordiamo che in tutti i valichi di frontiera esistenti, compresi quelli secondari, non esiste più nessun supporto logistico in quanto le strutture e le cabine utilizzate un tempo come uffici, sono state rimosse o rese inagibili».
«Purtroppo, ad oggi, dai vertici di via XXX ottobre di Trieste e della 4^ Zona di Udine non abbiamo ancora avuto alcuna risposta e il motivo appare più che evidente. L’annuncio pubblico in queste ore relativo ad un rinforzo di 35 militari francamente ci sembra l’ennesimo spot mediatico e nulla più dato che oggi, rispetto all’anno scorso, nell’operazione strade sicure sono impiegati ben 20 militari in meno! Se la matematica non è un’opinione, ci saranno solamente 15 militari in più rispetto l’anno scorso e nessun operatore di Polizia di frontiera che, senza nulla togliere all’esercito, è professionalmente preparato a questo tipo di servizio. Stretta ai confini triestini? Mah! … con 15 persone si potrà forse garantire solamente un equipaggio in più per turno! Il dispositivo messo in atto dal Ministero - conclude il Sap - ci sembra veramente nulla, perché dire poco è davvero riduttivo dato che nostro Paese è sotto la continua minaccia del terrorismo e la bella stagione, come ogni anno, favorirà gli ingressi clandestini».