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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Trasporto pubblico regionale, Usb: «Gara annullata, futuro a rischio per lavoratori e utenti»

«La situazione rimane a questo punto “congelata” ed è oramai certo che nell’immediato futuro il servizio tpl verrà esercitato ancora - dagli attuali gestori - con un ulteriore proroga per il 2017»

«Dopo quasi tre anni di procedure e di ricorsi - i Giudici del TAR FVG hanno nuovamente fermato il processo di privatizzazione del trasporto pubblico regionale, definendo inadeguate le motivazioni e sibilline le giustificazioni fornite dalla commissione giudicatrice, che aveva deciso l’assegnazione dell’appalto, alla SCARL TPL FVG – il consorzio dei vecchi gestori» Lo ha dichiarato l'Usb di Trieste.

«La situazione rimane a questo punto “congelata” ed è oramai certo che nell’immediato futuro il servizio tpl verrà esercitato ancora - dagli attuali gestori - con un ulteriore proroga per il 2017, in attesa che la Regione FVG trovi il modo per riavviare le procedure di assegnazione dell’appalto decennale, fin ora “ostacolato” dai continui ricorsi alla Magistratura presentati dal concorrente - Busitalia. L’UNIONE SINDACALE DI BASE comprende fin troppo bene la posizione espressa da alcuni esponenti politici regionali – di destra e di sinistra - che – si sono subito affrettati a manifestare la loro forte apprensione per questo nuovo blocco della gara, che rischia di rimettere in discussione l’assegnazione del servizio ai vecchi e ben noti gestori del tpl regionale».

«Altrettanto preoccupati – continua - si sono dichiarati ovviamente anche alcuni sindacati regionali di categoria che - avendo già condiviso da tempo con il Governo e con le aziende - il percorso di completa privatizzazione del servizio di trasporto – non hanno certo apprezzato lo stop alla gara intimato dai Giudici del FVG. Altrettanta preoccupazione ed apprensione – ma per motivi completamente diversi - viene espressa anche dall’Unione Sindacale di Base, che si è da sempre dichiarata contraria alle gare d’appalto e alle privatizzazioni. Un timore quello di USB - che deriva non tanto dalla bocciatura palesata dal TAR - che riassume comunque una posizione decisamente emblematica, rispetto ai rapporti che molto frequentemente intercorrono tra i politici, gli imprenditori e le oo.ss. complici. Il motivo di fondato timore per U.S.B. – è rappresentato dalla ricaduta negativa che andrà sicuramente a pesare sui lavoratori e sull’utenza – nel momento in cui inizierà l’attività di trasporto pubblico del nuovo gestore unico regionale, qualunque esso sia».

«Infatti già da tempo U.S.B. si stava domandando come potrà il nuovo gestore unico:
- continuare a realizzare ogni anno decine di milioni di utile, con i soldi pubblici versati dalla Regione FVG?
- garantire circa il 10 % di chilometri annui in più di servizio (ora 40.712.530 km/bus/anno) ricevendo un corrispettivo economico più basso dell’ attuale ?
- come potranno gli utenti ricevere un servizio migliore quando già viene prevista l’assegnazione del 20 % dei servizi in sub appalto e la trasformazione di una parte delle attuali linee - in servizio a chiamata - all’interno di tutte quelle aree che vengono definite a “domanda debole “ ? 
- come potranno i conducenti di linea garantire un servizio sicuro – quando l’orario di guida potrebbe arrivare fino alle 60 ore settimanali, con una presenza continuativa in servizio di 13 ore e con l’obbligo di prestazioni di lavoro straordinario?».

«La storia delle privatizzazioni nazionali e internazionali – conclude - ci ha insegnato da tempo che la risposta non può essere che la stessa: vogliono continuare a far soldi sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori. Nulla importa - ai sostenitori locali delle gare e delle privatizzazioni – che già oggi gli autoferrotranvieri del FVG risultano ai vertici della classifica nazionale per quanto riguarda: il minor salario; la maggiore produttività chilometrica; la maggiore lunghezza dell’orario lavorativo. Con il nuovo gestore unico regionale qualunque esso sia - si assisterà sicuramente ad un ulteriore aumento dei carichi di lavoro, ad un ulteriore riduzione degli organici, a un ulteriore contenimento degli aumenti salariali».

«E come se tutto ciò non bastasse altre nubi continuano ancora ad addensarsi sul futuro della categoria degli autoferrotranvieri, che dopo l’abrogazione del R.D.148/31 risulteranno ancora più ricattabili dalle aziende e potranno subire in modo ancora più pesante gli effetti della precarizzazione voluta dal Jobs act, correndo il rischio di vedersi privare anche del diritto costituzionale di sciopero. Sarà certamente questo lo scenario con il quale ci si dovrà confrontare e spetterà dunque anche agli autoferrotranvieri del FVG - decidere se attivarsi o meno per cercare di tutelare quel poco che ancora è rimasto all’interno delle Normative contrattuali e legislative e stabilire se sia giunto il momento di impegnarsi per riconquistare tutto ciò che gli è stato sottratto nel corso degli anni in termini di sicurezza, salario e dignità».

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