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Gioco del Rispetto, Martini (Pd): «Creata disinformazione ad arte e allarme sociale»

Fabiana Martini, capogruppo del Pd in Consiglio comunale, sulla decisione di ritiro del "Gioco del Rispetto": «, a suo dire, senza alcuna valida motivazione: «Dal sindaco Dipiazza, ormai al terzo mandato, ci aspettavamo qualcosa di più»

La capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale, Fabiana Martini, non usa mezzi termini sulla scelta del sindaco Roberto Dipiazza e della sua Giunta di Ritirare il "Gioco del Rispetto", a suo dire, senza alcuna valida motivazione: «Francamente dal sindaco Dipiazza, ormai al terzo mandato, e dalla sua giunta, per metà formata da assessori non certo alla prima esperienza, ci aspettavamo qualcosa di più».

«Ci aspettavamo che almeno motivassero la scelta di ritirare il Gioco del Rispetto, che spiegassero ai cittadini e alle cittadine perché questo percorso educativo, accreditato dall’Università degli Studi di Trieste (Dipartimenti di Studi umanistici e di Scienze della Vita) e dall’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia e che fa riferimento a una serie di normative (decreto legge 11/2013, Convenzione di Istanbul, “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d’istruzione”, Legge 107), dev’essere interrotto».

Continua ancora la Martini: «Non è sufficiente che si richiamino alle Linee programmatiche del Sindaco, perchè neanche lì viene fornita alcuna motivazione, e un amministratore pubblico non può fare quello che vuole, non è il titolare di un'azienda privata. E se un domani un candidato sindaco scrivesse nel suo programma che i bambini con gli occhi verdi non possono accedere a certi servizi? Basterebbe per essere autorizzati a varare un regolamento in tal senso? Dove sono finite le pesanti ragioni pedagogiche (a più riprese sbandierate) che, esse sole, potrebbero giustificare una scelta di questo tipo? La spiegazione è semplice: non esistono. È stata creata disinformazione ad arte e tramite la stessa è stato prodotto un allarme sociale generalizzato a fronte di un progetto che ha come unica finalità quella di educare al rispetto reciproco».

«A questo punto ci chiediamo che uso intende fare l’Amministrazione dei kit ritirati: se non intende organizzare un rogo in piazza Unità per esorcizzare il male, in spirito collaborativo ci permettiamo di suggerire di regalarne una copia a ogni consigliere di maggioranza, in modo che per la prima volta possano averlo in mano, e una all’assessora Brandi, perchè la sensazione — da quanto apprendiamo leggendo una sua intervista — è che deve avere una copia diversa da quella originale: forse qualcuno per celia le ha sostituito il contenuto. In quella vera, infatti, non si parla nè di “esplorazione dei corpi con attenzione alle differenze in area genitale” nè di “giochi di ruolo che impongono prima l’intrappolamento e poi lo scambio in ruoli di genere”. Un tanto per la necessaria informazione a cui hanno diritto i cittadini e le cittadine», conclude Fabiana Martini.

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