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Immigrazione, Possibile FVG: «Garantire posto letto ai richiedenti asilo in regola»

"Un tetto e un letto per tutto" è quanto proposto dal nascente movimento regionale capeggiato da Giuseppe Civati. In Friuli Venezia Giulia presenti circa 2000 immigrati e poche linee politiche chiare per la gestione dell'accoglienza: Possibile propone tre soluzioni ad hoc

«Il Friuli Venezia Giulia - rende noto l'ufficio stampa del nuovo movimento Possibile FVG - oltre a ricevere quote stabilite dal Viminale di profughi sbarcati via mare (a giugno 2015 l'Alto commissariato Onu per i rifugiati – Unhcr - ha comunicato che dall'inizio dell'anno circa 54mila profughi sono sbarcati sulle coste italiane e il Viminale stimava in 50mila unità il numero di richiedenti asilo politico che, dopo averne avanzato richiesta, hanno fatto sparire le proprie tracce) è destinazione della cosiddetta "rotta balcanica". La regione conta 1,2 milioni di abitanti e ospita circa 2mila richiedenti asilo, uno ogni 600 residenti, la percentuale più alta dell'Italia settentrionale e, complessivamente, la seconda dopo quella della Sicilia».

«In FVG, malgrado le rassicurazioni ufficiali, manca di fatto un vero coordinamento/tavolo permanente e una strutturazione seria della prima accoglienza.
La lettera di Andrea Segre sulla situazione di Gorizia (https://andreasegre.blogspot.it/2015/10/gorizia-friuli-italia-la-vergogna.html) ci ha raccontato l’ultima vergognosa vicenda ambientata sulle sponde dell'Isonzo. Amministrazioni come il Comune di Udine, quello di Trieste e la Provincia di Gorizia, si sono lodevolmente spese in questi anni per arginare le falle del sistema, trovando sistemazioni al maggior numero possibile di persone. Il punto è che la buona volontà di amministratori che credono nell’accoglienza e nella dignità delle persone non può essere sostitutiva di un progetto politico/amministrativo coordinato».

«La gestione “emergenziale” dell’accoglienza continua ad essere gestita dalle Prefetture mentre grandi assenti in questo processo sono i decisori politici e, in particolare, le Regioni, cui dovrebbe competere il monitoraggio della situazione, volto a garantire un tetto per tutti in virtù di una vera programmazione che, in realtà, manca. Possibile, il soggetto politico che fa capo a Pippo Civati, propone tre soluzioni, due di ordine nazionale e una di ordine regionale» proseguono i comitati regionali di Possibile FVG.

«La prima riguarda la procedura per il riconoscimento della Protezione Internazionale. È evidente che non abbia senso intasare le Commissioni territoriali di richieste di asilo che devono essere, come lo sono, necessariamente accolte, come quelle di eritrei o siriani. Si potrebbe prevedere, in casi simili, un esame preliminare della domanda di asilo e concedere subito la protezione a chi ne ha evidentemente diritto. Le Commissioni potrebbero così concentrarsi solo sulle altre domande».

«La seconda proposta punta a rivedere la rigidità dei numeri di accoglienza dello SPRAR, affidando l’accoglienza ai Comuni senza prestabilire delle quote. L’idea è creare un sistema più flessibile in grado di attivare nuovi posti quando è necessario, mantenendo gli stessi standard di accoglienza oggi assicurati dal modello regionale di accoglienza diffusa, agli stessi costi unitari. La terza riguarda il coordinamento di livello territoriale. Il presupposto è che il decisore politico regionale non possa abdicare al proprio ruolo politico a favore della Prefettura o rimettersi alla buona volontà dei singoli amministratori locali.
Oggi in Friuli Venezia Giulia non c’è regia, non c’è monitoraggio delle accoglienze né alcuna certezza di tetto e letto per tutti».

«Esiste un interessante disegno di legge a prima firma Codega, che non porterà da nessuna parte se Comuni, ambiti, associazioni, enti accoglienti e di volontariato e sindacati non verranno coinvolti in tavoli di coordinamento permanente, dai quali possa nascere una visione d’insieme sulla strategia da adottare. La prima accoglienza necessita di una governance e di un disegno politico condiviso. La stima personale per l’assessore Torrenti e per il suo impegno, ripartito su diverse deleghe, non ci esime dal constatare l’insufficienza dell’azione condotta. La nostra idea è che per gestire efficacemente un fenomeno complesso, pressante e di lungo periodo come quello dell’immigrazione occorra avere un decisore politico e una struttura dedicati a tempo pieno al tema».

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