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Nuovo Sistema di Finanziamento ai Gruppi Consiliari Regionali: 306.000 Euro l'anno

Applicato il Decreto Monti volto al risparmio e alla trasparenza Il primo settembre 2013 si è chiuso definitivamente il vecchio sistema di finanziamento ai Gruppi consiliari e anche quello relativo alle indennità da corrispondere ai singoli...

Applicato il Decreto Monti volto al risparmio e alla trasparenza

Il primo settembre 2013 si è chiuso definitivamente il vecchio sistema di finanziamento ai Gruppi consiliari e anche quello relativo alle indennità da corrispondere ai singoli consiglieri e si è aperto un capitolo nuovo con le delibere adottate oggi - tutte all'unanimità - dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, convocato con sollecitudine dal presidente Franco Iacop per recepire quanto fissato dal Decreto Monti e dalla specifica legge regionale n. 10 del 9 agosto scorso, esattamente un mese fa.

I Gruppi avranno a disposizione, esclusivamente agli scopi istituzionali riferiti all'attività consiliare, complessivamente poco meno di 306.000 euro all'anno, quindi per i quattro mesi restanti fino a dicembre riceveranno un terzo di questo importo, ossia 100.000 euro.

L'importo complessivo annuale è stabilito in 5.000 euro moltiplicato per il numero dei consiglieri, maggiorato di 0,05 euro per abitante residente in regione. Per ogni consigliere al Gruppo vengono versati quindi 416,25 euro al mese.

L'Ufficio di presidenza, competente per la suddivisione, in base alla legge ha assegnato l'80% dell'importo totale ai Gruppi e il rimanente 20% ai soli Gruppi che al loro interno hanno consiglieri del genere sottorappresentato, ossia donne: PD, M5S e LN.

La quota mensile a questi tre gruppi risulta quindi: PD 2.549,58; M5S 1.529,75; LN 1.019,83.

Completamente nuovo anche il regime dei rimborsi ai singoli consiglieri, che sarà onnicomprensivo (quindi telefono, Telepass, carburante, spese per attività politica, diaria).

Tutti i consiglieri, per la loro attività politico-istituzionale svolta all'interno del territorio regionale, riceveranno 1.000 euro, che saranno incrementati seguendo tre criteri: distanza chilometrica dal Consiglio regionale a Trieste (chi è a meno di 50 km dal capoluogo regionale non è preso in considerazione); numero di abitanti per collegio elettorale; superficie territoriale del collegio elettorale.

Il Decreto Monti pone come tetto per queste indennità 3.600 euro, ma il calcolo fatto dall'Ufficio di presidenza è inferiore: stabilisce che i consiglieri eletti nei collegi di Trieste e Gorizia riceveranno al mese 2.500 euro (compresi i 1.000 euro di base), gli altri (Pordenone, Udine, Tolmezzo), 3.500.

Per ogni giornata di assenza dai lavori d'Aula o dalla Commissione obbligatoria, subiranno una detrazione pari a un ventunesimo della cifra. I presidenti della Regione e del Consiglio e gli assessori avranno una riduzione del 30% dell'importo in quanto utilizzano ai fini istituzionali l'auto di servizio.

«Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia - ha commentato il presidente Franco Iacop - con questi primi atti ha voluto dare una risposta immediata, entro i termini di legge, a quanto è stato fissato dai provvedimenti sul contenimento dei costi della politica, ma ha soprattutto voluto dare un segnale concreto di responsabilità nei confronti dei cittadini, di un'opinione pubblica che con sempre più forza chiede una decisa sterzata rispetto al passato. E le prossime decisioni che adotteremo andranno sempre nel senso del risparmio e della massima trasparenza».

Iacop, al riguardo, si riferisce alla questione relativa alla dotazione di apparecchiature ai Gruppi. Dopo che in agosto tutti hanno restituito ogni cosa al Consiglio regionale, è in atto l'inventario dei beni. Quelli inservibili verranno consegnati agli uffici della Giunta per essere alienati, gli altri rimarranno nella disponibilità del Consiglio regionale e saranno riassegnati, in base a precise e motivate esigenze, ai Gruppi stessi o agli uffici consiliari.

Da ultimo, l'Ufficio di presidenza ha giudicato ammissibile la richiesta di referendum consultivo per la fusione dei Comuni di Valvasone, Arzene e San Martino al Tagliamento e questo parere verrà sottoposto all'Aula per il via libera definitivo alla consultazione popolare.

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