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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Immigrazione, Serracchiani a Minniti: «Una maggiore presenza delle forze dell'ordine in Friuli Venezia Giulia»

Un patto con la Regione per la sicurezza da mettere a punto entro ottobre

Incontro promosso oggi a Trieste nel palazzo del Governo dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, con la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, presente alla riunione assieme all'assessore Gianni Torrenti, ai prefetti, ai vertici di tutte le forze dell'ordine e i sindaci dei Comuni di Trieste, Gorizia, Pordenone, Udine e Gradisca d'Isonzo. Una proposta è giunta dal ministro e ha come interlocutore del Governo la Regione ma è rivolta anche ai Comuni rappresentati nella riunione odierna dai rispettivi primi cittadini Rodolfo Ziberna (Gorizia), Alessandro Ciriani (Pordenone), Roberto Dipiazza (Trieste), Furio Honsell (Udine) e Lidia Tomasinsig (Gradisca d'Isonzo). Si tratta di affrontare il tema della sicurezza in un contesto di «forte cooperazione tra lo Stato e le realtà territoriali», con un accordo interistituzionale che segua e si colleghi al decreto sulla sicurezza urbana, il quale porta la firma del ministro, convertito in legge lo scorso aprile.

Nel corso della riunione in Prefettura, in continuità con il focus sul tema dei migranti e dei richiedenti asilo, Serracchiani ha richiesto una «una maggiore presenza delle forze dell'ordine in Friuli Venezia Giulia», regione di frontiera dove è importante rendere ancor più visibili i presidi della sicurezza e prevenire ogni possibile infiltrazione criminale o terroristica. «Da parte nostra - ha detto Minniti - c'è e ci sarà il massimo dell'attenzione».

Il ministro ha del resto ricordato che nella sua strategia politica sul tema dei migranti vi è il coinvolgimento diretto dei Paesi contermini al Friuli Venezia Giulia, come l'Austria e la Slovenia, che sono membri del gruppo di contatto sul grande tema del Mediterraneo centrale. Di qui l'importanza della collaborazione internazionale tra le forze di polizia. Minniti ha anche ricordato di essere stato definito criticamente "uno sbirro" a fronte di risultati che segnano un forte rallentamento del flusso dei migranti in Italia, per via della semplificazione delle procedure dei ricorsi dei richiedenti asilo. Una semplificazione cui la presidente del Friuli Venezia Giulia ha detto di «guardare con favore perché bisogna evitare tempistiche di rimpatrio che sono incompatibili con le esigenze della sicurezza».

Sul tema specifico dei richiedenti asilo, il ministro ha rilanciato l'utilità del Cpr (Centro di per il rimpatrio, uno per regione, destinato a non più di 80-100 persone), centro che andrebbe a sostituire in Friuli Venezia Giulia il Cara di Gradisca e non ad aggiungervisi, e ha osservato che una disponibilità all'accoglienza diffusa superiore a quella degli attuali 94 comuni su 216 risolverebbe gran parte dei problemi percepiti in Friuli Venezia Giulia.

Minniti, dopo aver ascoltato i sindaci, ha rivendicato di aver prospettato sul tema della sicurezza una visione complessiva e organica, ma ha anche chiesto ai primi cittadini, al di là del loro colore politico, una risposta franca e rapida alla proposta di un patto per la sicurezza ampliato ai territori comunali.

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