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Immigrazione, Tondo (Ar): «La nostra politica d'accoglienza è un fallimento»

«L'immigrato è roba nostra, siamo noi a volere, grazie anche alle pressioni delle onlus e di coloro che su questa tragedia lucrano abbondantemente, le orde di "risorse" che ciondolano nelle nostre città senza sapere che fare e dove andare»

«L'Italia non può diventare la discarica di tutta l'Africa». Lo sostiene il politologo Gilles Kepel dalle colonne del Corriere della Sera, ripetendo in sostanza quanto affermato nei giorni scorsi da Bill Gates. Il fallimento della nostra politica d'accoglienza è certificato anche dal settimanale L'Espresso, non esattamente un foglio di centrodestra».

I richiami sono di Renzo Tondo, capogruppo di AR in Consiglio regionale, che aggiunge: «"Sbagli all'italiana" è il titolo dell'articolo in cui si cita la missione Triton approvata nel 2014 dal Governo Renzi, secondo cui tutte le persone intercettate e arrestate dalle unità partecipanti alla missione, qualsiasi bandiera battano, devono essere portate in un posto sicuro in Italia. Non basta, a scanso di equivoci: "nessuna delle persone salvate può essere fatta sbarcare sul territorio di un Paese terzo"».

«L'immigrato è roba nostra, siamo noi a volere, grazie anche alle pressioni delle onlus e di coloro che su questa tragedia lucrano abbondantemente, le orde di "risorse" che ciondolano nelle nostre città senza sapere che fare e dove andare. Gentiloni oggi ripete a ogni piè sospinto, con il valido sostegno della nostra Regione, il mantra dell'Europa cattiva e ingrata: Spagna, Francia e Germania non fanno altro che applicare quanto richiesto esplicitamente dall'Italia, ovvero di trasformare la Penisola in un deposito della disperazione globale».

«Siamo ormai alla follia e all'indignazione. La rabbia del popolo si è tradotta in risultati elettorali espliciti: nessuno è disposto ad accettare la tesi secondo cui l'Italia invecchia e muore, e solo l'immigrazione la può riportare in linea di galleggiamento. È vero l'esatto contrario: questi flussi affondano un Paese già zavorrato da una serie di problemi strutturali. Ora le "risorse" sono tutte nostre, e non facciamo neppure scomodare troppo gli scafisti: le andiamo a prelevare direttamente in Libia».

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