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Imprese Fvg: la Paura di Essere Internazionali

Presentata quest'oggi l'indagine di Informest sulla propensione all'internazionalizzazione delle imprese del fvg. 183 le imprese che hanno partecipato all'indagine, e che già frequentano i mercati internazionali. L'identikit che ne è scaturito è...

Presentata quest'oggi l'indagine di Informest sulla propensione all'internazionalizzazione delle imprese del fvg.

183 le imprese che hanno partecipato all'indagine, e che già frequentano i mercati internazionali.

L'identikit che ne è scaturito è interessante. In sintesi: Oltre il 50% ha sede in provincia di Udine, il 42% sono piccole imprese cioè tra i 10 ed i 50 dipendenti, quasi il 50% hanno un fatturato inferiore ai 2,5 mln di euro e nel 46% dei casi sono industrie manifatturiere.

Comprano all'estero soprattutto semilavorati, e usano l'estero soprattutto per vendere i propri prodotti. Hanno rapporti internazionali con almeno due paesi esteri, prevalentemente vicini come Slovenia, Austria ma soprattutto Germania.

La motiviazione principale che le spingono all'estero è il convolgimento da parte di un partner straniero.
Vorrebbero esportare in Cina e Russia.

Usano la propria rete distributiva per esportare o accordi commerciali con distributori e grossisti e qualcosina con il commercio elettronico.

Principalmente è il titolare dell'imprese che si occupa dell'export ( nel 78% ), anche perchè è difficile trovare personale preparato con comppetenze specifiche.

Hanno una forte correlazione tra l'innovazione di prodotto e l'export e oltre la metà di loro negli ultimi cinque anni hanno innovato il prodotto anche tramite brevetti.

Per farsi aiutare utilizzano prevalentemente la camera di commercio, le associazioni di categoria e l'istituto per il commercio con l'estero (ICE).


Dall'analisi sono risultati alcuni punti debolezza:

- rischio di bassa diversificazione.
- la presenza commerciale internazionale entra in crisi a causa di nuovi prodotti e competitors.
- c'è una criticità negli approvigionamenti internazionali soprattutto sulla sincronizzazione della produzione con gli arrivi dei semilavorati dall'estero, e questo porta le imprese a lavorare con urgenza.
- il 35% non ha intenzione di cercare nuovi mercati per espandersi nonostante il calo della domanda interna.
- le risorse finanziarie sono limitate per poter internazionalizzare come vorrebbero, anche perchè la loro dimensione è piccola.
- i problemi di tipo esterno sono principalmente relativi alla mancanza di sostegno da parte delle istituzioni, la mancanza di partner locali affidabili e la mancanza di sostegno da parte del sistema bancario.
- i vincoli da parte dei paesi obiettivo dell'esportazione sono per il 10% delle imprese il terzo problema ad internazionalizzare.

Le azioni che dovrebbero essere messe in campo:

- internazionalizzazione delle piccole imprese va supportata da una strategia che preveda un consolidamento dei mercati di sbocco come delle reti di vendita e investimenti al fine di difendere le quote di mercato.

- necessario intervenire sul territorio, con politiche e strumenti per modificare l'atteggiamento e le strategie delle imprese nei confronti dei mercati esteri.

- aiutare le imprese ad adottare un orizzonte strategico che coniughi precise scelte di espansione geografica con idonee modalità di presenza sui mercati.

Tra i servizi pubblici e privati per internazionalizzare, la domanda è distribuita tra tre categorie:

- operativa con partecipazione a missioni e fiere, ricerca e gestione personale, costituzione di consorzi, e registrazioni di marchi e brevetti.
- consulenziale: consulenza per ricerca di partner, analisi di mercato, materie doganali, contrattualistica, investimenti.
- conoscenza e analisi: informativa su manifetazioni e missioni, seminari e incontri, iniziative da parte delle istituzioni pubbliche, formazione sui temi di internazionalizzazione.

Alle banche, le imprese che vogliono maggiormente internazionalizzare chiedono:

- maggiori finanziamenti per l'import-export, rating sul rischio di credito e l'assicurazione dei crediti.
- sostenere finanziamenti secondo la formula del credito bancario a medio- lungo termine a tasso agevolato
- velocità di accesso al credito.
- promozione di servizi di finanza agevolata aiutando le aziende ad accedere alle fonti di finanziamento, dell'unione europea, nazionali, regionali, per creare, sviluppare ed ampliare l'impresa.

In sintesi la voglia di espandersi anche in nuovi mercati c'è ma la paura di perdere i propri soldi o i propri prodotti blocca le imprese che piuttosto rinunciano.


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