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Tour elettorale

"Il Pd è il partito delle tasse, Salvini e Meloni con Orban, terzo polo unica alternativa"

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha incontrato questa mattina la stampa e il pubblico al caffè San Marco a Trieste. "Questa terra vota con la testa e non con la pancia". Attacchi a tutti gli altri partiti. Da Di Maio a Letta, dalla destra fino a Conte, l'ex dem ne ha per tutti

TRIESTE - "Il Friuli Venezia Giulia è una terra che vota con la testa e non con la pancia". Il leader di Italia Viva Matteo Renzi è convinto che per rimettere a palazzo Chigi Mario Draghi, il terzo polo deve "raggiungere il dieci per cento". La ricetta per ottenerlo è "convincere gli indecisi", vale a dire far leva su quella alta percentuale di italiani che non sanno ancora quale partito e, soprattutto, se si recheranno alle urne. Renzi è giunto questa mattina in regione per il tour elettorale in proiezione del 25 settembre e per iniziarlo ha scelto il caffè San Marco a Trieste. Accompagnato dal vicepresidente della Camera Ettore Rosato, l'ex dem ha incontrato la stampa e il pubblico accorso per l'occasione. 

Renzi contro tutti

"Giorgia Meloni non è fascista - ha esordito - ma crediamo che ci sia un pericolo concreto dato dalla costruzione narrativa della destra, che preferisce il sovranismo alla globalizzazione, quella destra che vuole alzare muri e costruire confini, che è vicina ad Orban e non a Macron". Secondo Renzi, il terzo polo "porta contenuti e risultati, con noi le chiacchiere stanno a zero e con noi in parlamento ci vanno le persone meritevoli". I nemici di questa tornata delle politiche vengono elencati uno ad uno. Dalla "fiamma" della destra meloniana fino al Pd, bocciato come "il partito delle tasse" e perché "difendono il reddito di cittadinanza", ma anche e soprattutto l'attenzione che viene rivolta al ministro degli Esteri Luigi Di Maio che "sulle note di Dirty Dancing, in una pizzeria napoletana e dopo aver abolito la povertà, non pensa ad altro che far campagna elettorale volando". 

Mandare in parlamento chi sa di cosa parla

Renzi spazia dalla politica estera, "dove mi preoccupa l'islamismo radicale che si sta sviluppando sotto il Sahara e in Afghanistan, ma anche ciò che succede in Cina con il terzo mandato di Xi Jinping, il nuovo ruolo della Libia, per non parlare della guerra in Ucraina", ma affronta anche il caro energia, lasciando però a Rosato l'incombenza (o forse la maggiore conoscenza) di parlare della crisi industriale di Wartsila. "Il voto utile è mandare in parlamento chi sa di che cosa parla, persone che sappiano fare le richieste giuste". Per il numero uno di Iv, il terzo polo "sarà determinante. Se raggiungiamo il dieci per cento governa di nuovo Draghi, se stiamo sotto allora vince la Meloni. Dobbiamo convincere gli indecisi". 

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