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Legge immigrazione, Polidori: "Potere ai comuni", Schiavone (Ics): "Inizia il fascismo"

Opposte visioni sul nuovo provvedimento relativo ai Centri di accoglienza speciale (Cas). Il presidente di Ics a Telequattro: “Adesso decideranno se dare l’autorizzazione per accogliere omosessuali o elettori del Pd"

Il provvedimento relativo ai Centri di accoglienza speciale (Cas) contenuta nella proposta di legge presentata al Consiglio regionale crea nuove fratture tra il mondo dell'accoglienza e la politica cittadina. Nella sostanza, con questo provvedimento si darebbe al comune la possibilità di autorizzare in città l'apertura dei Cas. Come aveva annunciato l'assessore regionale alla sicurezza Pierpaolo Roberti, si tratta di "una norma di tipo urbanistico, con cui sarà possibile regolare la gestione dei Centri di accoglienza speciale. Al momento, infatti, queste strutture possono essere aperte senza alcun tipo di autorizzazione da parte dei Comuni, mentre equiparandole a quelle che erogano servizi si rende necessaria l'autorizzazione da parte del Consiglio comunale".

Il parere di Polidori

Come dichiara il vicesindaco di Trieste Paolo Polidori in un servizio di Telequattro "I comuni devono riappropriarsi della salute e della sicurezza dei propri concittadini. Le politiche della sinistra hanno portato a questo disfacimento della società con accoglienza diffusa e mancanza del controllo del territorio, con problemi di ordine pubblico e sanitario". Polidori segnala inoltre "Criticità enormi sui dati certi dell'accoglienza, e grazie a questo provvedimento potremmo avere un controllo effettivo dei flussi. L'accoglienza non va negata, ma data a chi effettivamente scappa dalle guerre, è un diritto sacrosanto ma va ripensata in modo da non creare problemi di salute e sicurezza nella cittadinanza".

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Il parere di Schiavone

"Domani potremmo avere l'autorizzazione speciale del comune per decidere dove vivono gli omosessuali o gli elettori del Pd, direi che in questa regione si può ormai parlare di inizio ufficiale del fascismo". Queste invece le dichiarazioni (segnalate poi su Facebook dallo stesso Polidori) rilasciate a Telequattro da gianfranco Schiavone, presidente dell'Ics, secondo cui "Non compete al Comune decidere chi può venir accolto e chi no, lo decide lo stato centrale in base alle norme dell'unione europea. Soprattutto non si può decidere se accogliere in una casa o in un'altra casa. Ciò che il Comune potrebbe fare ( e non fa) è collaborare con la Prefettura e gli organi periferici dello stato per stabilire una buona distribuzione per evitare assembramenti: proprio l'obiettivo dell'accoglienza diffusa".

"Si vuole invece fare il contrario - continua Schiavone - con trucchi che non andranno da nessuna parte si vuole impedire l'apertura di luoghi di accoglienza che sono solo appartamenti di civile abitazione, presupponendo che per vivere in un appartamento ci voglia un'autorizzazione speciale del Comune".

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