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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Lgbt e Pari Opportunità, Pd: «Da Lega primo passo verso intolleranza e negazione diritti»

I commenti di Serracchiani, Spitaleri, Conti e Da Giau a seguito della decisione, della giunta regionale presieduta da Massimiliano Fedriga, di far uscire il Friuli Venezia Giulia da Re.a.dy, la Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere e la mancata assegnazione delle deleghe alle Pari opportunità e alle Politiche giovanili

«Prima giunta e primo passo del presidente leghista Fedriga verso l'intolleranza: ci si può nascondere dietro una cortina di parole ma questo è il segnale che da oggi in Friuli Venezia Giulia le minoranze di qualsiasi genere saranno meno garantite. Questo per chi non avesse chiaro cosa significa esattamente 'prima gli italiani': non-italiani sono tutti quelli che lui considera diversi». Lo afferma la deputata del Pd Debora Serracchiani, commentando la decisione, presa a Trieste dalla giunta regionale presieduta da Massimiliano Fedriga, di far uscire il Friuli Venezia Giulia da Re.a.dy, la Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

Per Serracchiani «è sconcertante la prontezza con cui Fedriga si fa dettare da fuori l'agenda delle sue delibere: un mese esatto per aderire alla richiesta che già il 30 aprile scorso gli è arrivata via Twitter da Filippo Savarese, che gli scriveva “ci aspettiamo l’uscita della Regione dalla #ReteReady controllata dalla Lobby Lgbt! #StopGender”. Questi è il portavoce di Generazione Famiglia e direttore della piattaforma CitizenGo Italia, l'associazione che ha tappezzato Roma dei manifesti con le scritte "l'aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo"».
«Se questo è uno dei compagni di viaggio o degli ispiratori di Fedriga e della sua Giunta – ha concluso Serracchiani – possiamo attenderci quello che già sappiamo: un colpo stridente sul fronte dei diritti civili».

«Imperdonabile che nelle nomine ufficiali della nuova Giunta regionale, il presidente Fedriga abbia “dimenticato” di assegnare le deleghe alle Pari opportunità e alle Politiche giovanili”. Così Caterina Conti, segretaria regionale Fvg dei Giovani Democratici.
«Si tratta di due deleghe che mirano a difendere e promuovere – spiega Conti - coloro che più di altri vivono problemi specifici, ai quali va rivolta un'attenzione particolare e insostituibile. Invitiamo perciò il presidente Fedriga a riparare all’errore, assegnando queste deleghe a un membro della suo giunta il più possibile competente, che possa proseguire un lavoro su cui il centrosinistra in questi anni si è impegnato con serietà e lungimiranza».
«Altrimenti dovremo concludere che alle mirabolanti promesse elettorali non corrisponde un reale impegno su questi temi fondamentali».

«È l'amarezza la prima reazione alla prima scelta della giunta regionale fascioleghista di uscire dai progetti educativi nazionali al rispetto delle differenze, cui il centrosinistra regionale nella scorsa legislatura aveva aderito»-  ha commentato il segretario regionale del Pd del Friuli Venezia Giulia, Salvatore Spitaleri.
«Cosa pensavate avrebbero fatto?», riflette Spitaleri, rivolgendosi agli elettori che «in campagna elettorale, da sinistra e dal centro moderato, esprimevano scetticismo verso il Partito democratico. Alla prima occasione in cui viene messa alla prova, questa destra intanto fa piazza pulita di spazi di libertà, e poi non arriva una proposta qualsiasi».
«Siamo stati facili e inascoltati profeti. Per questo oggi, guardando a quanto sta accadendo nel Paese, ci impegniamo ancora più fortemente rispetto ad una deriva che nega diritti sociali e civili nel nome di una maggioranza, mostra un volto violento e non nasconde l'obiettivo di uno stato totalitario».

«Prima i friulani, ma che non siano donne o giovani, o peggio ancora omosessuali. Tra le deleghe assegnate al nuovo Esecutivo regionale non solo non c'è alcun riferimento alle pari opportunità o alle politiche giovanili, ma veniamo a sapere che la Giunta Fedriga, su decisione dell'assessore Rosolen, uscirà dalla Rete nazionale delle Pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (Ready). Davvero una brutta partenza per la tutela di intere fasce di popolazione».
A dirlo è la consigliera regionale del Pd Chiara Da Giau. «Dopo la sottolineatura fatta dal presidente rispetto alla tutela delle famiglie naturali, non tarda a dipanarsi - continua la Da Giau - il progetto discriminante e restauratore della nuova Giunta, che vuole riportarci a oscurantismi del passato».
La consigliera del Pd taccia come «patetiche le motivazioni della scelta, le quali richiamano alla triste abitudine delle forze populiste di destra di fare assurde classifiche nell'accesso ai diritti. Tutto ciò mentre i dati delle indagini ci dicono quanto diffuso sia il fenomeno della discriminazione e del bullismo omofobici e quanto efficace sia, per evitare tristi conseguenze, l'azione educativa della scuola e delle Amministrazioni pubbliche».

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