rotate-mobile
Centrosinistra all'attacco

Bufera sull'assessore Bini: i 'casi' Mediocredito ed Euro&Promos nel mirino delle opposizioni

L'assessore Bini avrebbe acquistato da Mediocredito, in subentro da un leasing, tre immobili in via San Francesco 9, quando la banca era partecipata al 47% dalla Regione. Il Pd Regionale presenta una mozione di censura nei confronti dell'assessore. Dal Consiglio comunale, invece, il consigliere Salvati solleva la questione Euro&Promos

Bufera in regione dopo il "caso" che vede coinvolto l'assessore alle attività produttive e turismo Sergio Emidio Bini. L'opposizione attacca la giunta Fedriga, cui chiede di "rispondere con chiarezza" per la vicenda emersa ieri sul quotidiano locale Il Piccolo: l'assessore Bini avrebbe acquistato da Mediocredito, in subentro da un leasing, tre immobili in via San Francesco 9. Un fatto risalente a un periodo (maggio del 2022) in cui la banca era partecipata al 47% dalla Regione. L'assessore ha replicato di aver agito "nel rispetto della legge e della trasparenza". Attacchi anche dal Pd triestino, che si aggancia a questo fatto per rimarcare i problemi legati alla gestione dei servizi museali da parte dell'azienda Euro&Promos, che vede come socio di maggioranza lo stesso esponente della giunta Fedriga.

Moretti annuncia mozione di censura

Tornando in Consiglio regionale, per il capogruppo del Partito Democratico, Diego Moretti, "la Giunta Fedriga inizia la legislatura con una vicenda dalle tinte oscure e tutta da chiarire, dalla quale emerge un ramificato e consolidato sistema di potere che va ben oltre la politica". Moretti annuncia che sarà depositata dal Pd regionale una mozione di censura nei confronti di Bini e pone una serie di domande: "Come faceva l'assessore, se Mediocredito non ha emesso un pubblico avviso di vendita, a essere a conoscenza del fatto che la banca dovesse chiudere un leasing deteriorato sulle tre unità immobiliari che poi ha acquistato? L'ha saputo solo dall'agenzia immobiliare che ha partecipato al rogito, come da Bini dichiarato?"

"E perché Mediocredito - continua Moretti -, i cui vertici sono stati indicati e nominati dalla Giunta Fedriga e dall'assessore Bini non ha emesso tale pubblico avviso? Il presidente della Regione e l'assessore alla Finanze, cui compete la vigilanza sulle partecipate, erano a conoscenza di quanto faceva l'assessore Bini in questo contesto?".  Il capogruppo dem, come nota "di colore", parla anche di "(presunta) falsa attestazione nel contratto sottoscritto per l'acquisto, dove Bini viene indicato con il titolo di "dottore", quando dal curriculum depositato in Regione risulta essere perito agrario". 

Le domande di Moretuzzo e Martines 

Altre questioni vengono poste dal capogruppo del Patto per l'Autonomia Massimo Moretuzzo: "L'assessore Bini e il presidente Fedriga ritengono corretto che un esponente della Giunta regionale acquisti un bene immobiliare ceduto con trattativa privata da parte di un ente partecipato dalla stessa Regione? Quali erano i rapporti dell'assessore alle Attività produttive con Mediocredito nel periodo in cui questa trattativa si è svolta?"

Toni più pacati ma fermi dal consigliere dem Francesco Martines: "Se si ravviseranno dei comportamenti illegittimi dal punto di vista legale - incalza il dem - sarà la magistratura ad appurarne la veridicità" ma "bisognerebbe capire se ci sono stati dei favoritismi nelle informazioni da parte di Mediocredito verso Bini e se il prezzo di acquisto pagato da un assessore sia un prezzo di mercato".

"È chiaro - aggiunge Martines - che non possiamo fermarci alle mere notizie di stampa, persecutorie secondo l'assessore", sostenendo che "questa vicenda getta qualche dubbio sulla pulizia amministrativa e di governo di questa regione in tutte le sue articolazioni territoriali, così come sui rapporti fra l'attività della società dove l'assessore Bini è fortemente cointeressato nel capitale sociale e le realtà territoriali e/o pseudo pubbliche".

Il caso Euro&Promos

Un'altra questione che riguarda l'assessore Bini è stata sollevata dai consiglieri comunali del Pd a Trieste: l'annoso 'caso' Euro&Promos, azienda cui è stata appaltata le gestione del personale dei musei civici e di cui l’assessore è socio di maggioranza. Da tempo i lavoratori museali lamentano paghe molto carenti (cinque euro lordi l'ora). Giorni fa, in commissione trasparenza, l'assessore Rossi aveva fatto sapere che i suoi tecnici avrebbero una soluzione a portata di mano, che dovrà essere illustrata "entro giugno", manifestando altresì l'intenzione di non interrompere il contratto con Euro&Promos nel 2024.

Così Luca Salvati (Pd): "il dato di fatto precede le eventuali valutazioni di legge, visto che Euro&Promos risulta appaltatrice di servizi a Enti locali del Fvg, configura un sistema bipolare in cui la stessa persona agisce nello stesso contesto come soggetto pubblico e come privato portatore d’interessi. Noi continueremo a pressare per la più veloce soluzione della vergognosa situazione degli operatori museali triestini ma la soluzione definitiva dovrebbe essere un’altra”.

La segretaria provinciale del Pd Caterina Conti, invece, menziona "una situazione di grave conflitto d’opportunità con le responsabilità di un amministratore pubblico, molto ben evidenziata dall’atteggiamento finora tenuto dalla stessa Euro&Promos con i lavoratori triestini. L’incompatibilità è nelle cose, se non è nella norma".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bufera sull'assessore Bini: i 'casi' Mediocredito ed Euro&Promos nel mirino delle opposizioni

TriestePrima è in caricamento