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Movimento Trieste Libera: diffida e denuncia antimafia per il Porto Franco internazionale

È quanto afferma in una nota il Movimento Trieste Libera: «Movimento Trieste Libera ha diffidato e denunciato i rappresentanti degli enti locali che il 28 aprile hanno sottoscritto un accordo per sdemanializzare, urbanizzare, trasferire in proprietà al Comune di Trieste»

«Con atto notificato ieri (6.5.) Movimento Trieste Libera ha diffidato e denunciato i rappresentanti degli enti locali che il 28 aprile hanno sottoscritto un accordo per sdemanializzare, urbanizzare, trasferire in proprietà al Comune di Trieste e vendere alla speculazione edilizia ed immobiliare privata la gran parte del complesso funzionale vincolato del Punto Franco Nord del Porto Franco internazionale di Trieste». È quanto afferma in una nota il Movimento Trieste Libera.

«Si tratta - continua la nota -  dei rappresentanti dell'Agenzia del Demanio italiano, e con essi del Comune, dell'Autorità Portuale, del Provveditorato opere pubbliche, della Regione Friuli Venezia Giulia e della Direzione Marittima di Trieste, che giustificano l'accordo con l'applicazione dei commi 618, 619 e 620 che il senatore PD Francesco Russo è riuscito ad introdurre il 23 dicembre nella legge italiana di stabilità per il 2015».

«L'atto di Trieste Libera - spiega -  rende noto che il Movimento ha già azionato la procedura di legge per il completamento del Libro Fondiario con intavolazione della proprietà al «Demanio dello Stato del Territorio Libero di Trieste, Porto Franco internazionale di Trieste» al quale i beni sono stati trasferiti dal vigente Trattato di Pace di Parigi del 10 febbraio 1947, che prevale sull'ordinamento italiano in forza delle leggi di ratifica ed esecuzione, e stabilisce anche i diritti degli altri Stati sul Porto Franco». 

«Trieste Libera - continua l'associazione -  diffida pertanto gli enti ad interrompere come illecito qualsasi atto di disposizione su beni di cui non hanno titoli di proprietà validi, e dichiara di voler bloccare quella che definisce «una truffa colossale» e «sotto interrogativi antimafia» organizzata da «una consociazione trasversale di interessi illeciti» a grave danno dell'economia locale ed internazionale».

«L'atto - conclude la nota -  è indirizzato perciò anche alle Procure ordinaria e contabile, al Commissario del Governo italiano quale amministratore fiduciario, alla Direzione Nazionale Antimafia ed all'Autorità Nazionale Anticorruzione della Repubblica Italiana, e per conoscenza, in versione inglese, «alle rappresentanze degli Stati e delle imprese titolari di diritti ed interessi legittimi nel Porto Franco internazionale di Trieste».

Il documento sul sito del movimento: https://bit.ly/1AHiBRE

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