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Pd chiede targa commemorativa sulla casa del barone Zois: «Personalità di levatura internazionale»

«Merita una visibilità nella sua città natale»

«Chiediamo al Comune di Trieste di sostenere il progetto promosso dalla scuola Secondaria di primo grado Santi Cirillo e Metodio succursale di Cattinara in collaborazione con l'Istituto Tecnico Statale Žiga Zois e la scuola Secondaria di primo grado Simon Gregorčič di San Dorligo della Valle-Dolina a cura della Professoressa Sanja Širec. Il proposito è l'affissione di una targa commemorativa sulla casa natale del barone Zois, poiché a Trieste, sua città natale, non c'è nessuna targa, che ricordi questa personalità di levatura internazionale». È quanto contenuto nella mozione sottoscritta dai consiglieri comunali del Pd di Trieste, la consigliera Maria Teresa Bassa Poropat (Insieme per Trieste) e il consigliere Roberto De Gioia (Verdi PSI), primi firmatari Valentina Repini e Igor Svab.

Dietro il Municipio, in via della Procureria, è situato il palazzo Zois, dove nacque il 23 novembre 1747 Sigismondo Zois. Figlio primogenito di Michelangelo e della sua seconda moglie, la lubianese Johanna Kappus von Pichelstein. La madre era slovena, il padre italiano, nativo, quest'ultimo, di Berbenno nel Bergamasco da dove si era trasferito a Lubiana. Estesa da qui la sua attività commerciale pure a Trieste e guadagnatesi con un assiduo lavoro ingenti ricchezze, nel 1760, quale ricompensa di un'ingente somma versata ell'erario dello Stato, l'Imperatrice Maria Teresa gli conferiva il titolo di Barone col predicato di d'Edelstein. A forgiare in maniera determinante la personalità del giovane Sigismondo furono gli studi al seminario-collegio di Reggio Emilia, che indirizzarono anche le sue scelte volte a dare impulso alle lettere slovene sulla scia degli sviluppi europei, e gli fecero sviluppare un programma letterario e culturale sul rivoluzionario principio di merito e di capacità, non dunque su quello di nascita.

Le sue conoscenze e i suoi interessi erano vastissimi: dalla mineralogia, alla zoologia e alla botanica, quest'ultima una passione condivisa con il fratello Carlo, illustre botanico (ricordiamo che due fiori delle Alpi Giulie ne portano il nome: la Campanula zoysii e la Viola zoysii), dalla letteratura italiana, francese e tedesca, al teatro. A Lubiana seguì molto da vicino le rappresentazioni delle varie compagnie teatrali italiane e tradusse dall'italiano allo sloveno arie operistiche oltre a elargire ingenti contributi economici alle singole compagnie con l'intento di promuovere la cultura italiana anche negli ambienti colti sloveni.
«Si tratta di una personalità di formato europeo- sostengono i democratici- che merita una visibilità nelle sua città natale. Per questo chiediamo all'Amministrazione comunale di provvedere in tempo adeguato all'affissione di una targa commemorativa sulla casa natale del barone Zois».

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