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Ordinanza anti-burkini, Paglia (Pd): «Discriminazione in base all’appartenenza religiosa»

Lo rileva in una nota Maria Luisa Paglia, segreteria provinciale PD

«Le donne di religione musulmana indossano per il mare un costume da bagno che copre tutto il corpo, ad eccezione delle mani e dei piedi,ma sufficientemente leggero da poter nuotare.Il viso è scoperto. Le suore portano il loro abito religioso, di solito gonna ampia e lunga e con il capo coperto da un velo,  se vogliono possono recarsi anche in spiaggia senza che nessuno contesti il loro abbigliamento». 

Lo rileva in una nota Maria Luisa Paglia, segreteria provinciale PD.

«Le donne laiche - riferisce Paglia -, possono  recarsi in spiaggia con pantaloni e maglia,con copricostume lungo o corto,con costume intero o due pezzi, con qualsiasi indumento che le faccia sentire a proprio agio. In nessuno di questi casi si infrange una  legge sul velo integrale nei luoghi pubblici, allora cosa potrebbe giustificarne il divieto in un caso anziché  in un altro? L’appartenenza ad una religione piuttosto che ad un’altra? L’art.3 della Costituzione Italiana recita che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali…”» 

«Quindi - ancora l'esponente Pd - mi chiedo su quali basi  il vice sindaco Roberti intende contestare l’uso del Burquini presso lo stabilimento La Lanterna, senza incorrere in una discriminazione in base all’appartenenza religiosa? Probabilmente interessarsi  di costumi da bagno femminili, proibendone l’uso di alcuni, è la proposta  principale della Lega per il territorio?»

«La Giunta - conclude la nota - tenga presente che il risultato potrebbe essere un dànno per tutta la città di Trieste. La violazione del diritto delle donne di scegliere con quale costume fare il bagno e  la conseguente inibizione di alcune di loro, di recarsi presso uno stabilimento balneare,  diffonderà nei media nazionali e nell’immaginario collettivo, il ritratto di una città che tradisce la sua vocazione  di accoglienza e integrazione di culture e religioni diverse».

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