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Giovedì, 28 Marzo 2024
La resa dei conti

Serracchiani contro Russo: "Farmi da parte? Lui chiarisca come sta nel Pd"

La capogruppo dei dem risponde alle accuse rivoltegli dal vicepresidente del Consiglio regionale del Fvg. "Capisco l’amarezza per una mancata candidatura, potrei capire perfino l’intenzione di continuare a trar profitto da una posizione di ‘contestazione’, ma alla fine deve prevalere un briciolo d’affetto. Faccia proposte"

TRIESTE -  Francesco Russo deve decidere "cosa vuole per il Pd e non dal Pd". A dirlo, rispondendo ad una polemica politica sul risultato fallimentare delle elezioni, è Debora Serracchiani, capogruppo del Partito democratico alla Camera dei deputati. Il clima in casa dem non è dei migliori e l'annuncio di Enrico Letta di non voler ricandidarsi alla guida del partito ha innescato reazioni vicine alla cosiddetta resa dei conti. "Io mi sono presa la mia parte di responsabilità politica - così la Serracchiani - e non sono in larga compagnia. Ma, se è vero che non è questione di destini personali, è il momento di essere chiari".

L'affondo di Russo

"Proposte, non autoassoluzione

La dem punta il dito contro il vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. "Da chi riveste ruoli istituzionali e politici di primo rango nel partito, da chi ha avuto nomine, è stato senatore, segretario provinciale, candidato sindaco di Trieste, mi aspetto che contribuisca con proposte, non solo che giudichi gli altri come un osservatore esterno, “autoassolto” da ogni responsabilità". Per la Serracchiani "le priorità che ci attendono sono la crisi economica, il duro lavoro di opposizione che non aspetta i nostri tempi e il confronto politico annunciato dal segretario nazionale. Per me, io so che in Parlamento abbiamo fatto battaglie importanti, vinte e perse, ma sempre facendo il nostro dovere fino in fondo, fedeli al mandato popolare e leali a Enrico Letta". 

"Abbiamo perso, ma bisogno di dare una mano, non dividere"

"Abbiamo perso le elezioni e ora saremo l’unica opposizione progressista e riformista, dovremo dare corpo e anima al compito che ci hanno dato gli elettori. E lavorare per far rinascere il partito, cioè ritrovare le ragioni del nostro stare assieme in funzione di quello che vogliamo essere e fare noi, proporre noi, e su quello cercare il consenso e chiedere il voto. Dopo penseremo alle alleanze. Capisco l’amarezza per una mancata candidatura al Parlamento tanto inseguita, potrei capire perfino l’intenzione di continuare a trar profitto da una posizione di ‘contestazione’ del partito, un po’ dentro e un po’ fuori. Ma alla fine deve prevalere un briciolo d’affetto per questa comunità democratica, l’impulso di dare una mano e di non incidere divisioni che fanno male inutilmente".

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