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Renzi-Grillo: cosa Pensano i 5 Stelle Triestini?

Differenti le posizioni, ma con un punto in comune: «Bisognava anche ascoltare» Le consultazioni di ieri, in particolare l'incontro tra Renzi, Premier incaricato dal Presidente Napolitano, e Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, ha lasciato...

Differenti le posizioni, ma con un punto in comune: «Bisognava anche ascoltare»

Le consultazioni di ieri, in particolare l'incontro tra Renzi, Premier incaricato dal Presidente Napolitano, e Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, ha lasciato dietro di se una lunga scia di polemiche, anche all'interno del movimento stesso.

Prima di accettare l'invito di Matteo Renzi, Beppe Grillo aveva chiesto ai suoi un parere: infatti fosse stato per lui, non si sarebbe presentato - com'è successo quando a chiedere un incontro era stato Giorgio Napolitano -. Ma il popolo del web ha votato "si", così il leader e una piccola delegazione dei suoi si sono recati a Roma.

Fin qui nessun problema. Ma già dai primi istanti dell'incontro si è delineata la linea della conversazione con Grillo che ha preso la parola senza concedere a Renzi il diritto di replica. Dieci minuti circa ed è tutto finito. Al di là della condivisione o meno delle idee del loro leader, anche all'interno del movimento stesso qualcuno non approva questo "stile".

In merito a questo incontro abbiamo raccolto le dichiarazioni di tre esponenti pentastellati di Trieste: il senatore Lorenzo Battista, il deputato Aris Prodani e il consigliere comunale Paolo Menis, tutti più o meno d'accordo sul fatto che andava ascoltato anche il Presidente del Consiglio.

Di occasione persa parlano Lorenzo Battista (e i senatori Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella, Luis Alberto Orellana) che in una nota congiunta hanno manifestato le proprie «perplessità sul modo in cui Beppe Grillo ha inteso approcciare il colloquio di oggi col presidente del Consiglio incaricato Matteo Renziari. Peccato. Sarebbe stata un'ottima occasione per chiedere in streaming a Renzi cosa pensa delle grandi questioni su cui il PD non si è mai espresso in modo chiaro. Pensiamo soprattutto agli sprechi costituiti dal proseguimento della realizzazione del TAV e del progetto F35. Molti nel Movimento sono appagati dal fatto che Grillo "gliele abbia cantate forte e chiaro". Ma riteniamo che per esprimere valutazioni, il tempo e i mezzi non ci manchino. Per chiedere risposte precise, invece, bisognerà aspettare la prossima occasione. Questa - concludono Battista, Bocchino, Campanella e Orellana - l'abbiamo perduta».

«Sono dell'idea che andare avrebbe voluto dire ascoltare e ribattere punto per punto con il nostro programma e nostri punti irrinunciabili, confermando la non fiducia - ha affermato Aris Prodani, che ha ammesso di aver votato per il "si" all'incontro -. Ma confermando anche la nostra opposizione costruttiva. Appoggio delle buone proposte, duro contrasto su quanto non condiviso».

«Personalmente ritenevo inutile l'incontro ed in effetti così esso si è rivelato. Era meglio non andarci ma hanno deciso democraticamente i cittadini in rete - afferma Paolo Menis, che poi critica il comportamento di Battista -. Tuttavia, se qualcuno, come Lorenzo Battista, si sente a disagio nel moVimento 5 stelle può dimettersi e tornare a svolgere il suo lavoro a Trieste. Nessuno gliene farà una colpa. Darà spazio a chi dei non eletti crede nell'obiettivo principale del moVimento 5 stelle: spazzare via questo sistema, senza accordicchi, mezze misure e civatismi vari».

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