Riforma sanitaria, Stabile (Fi) a Bolzonello: «Negli ospedali tagliate eccellenze non doppioni»
«Una grossolana banalizzazione, e un tentativo di attribuire una connotazione negativa ai servizi, anche quelli d’eccellenza, che si è voluto sopprimere contro ogni logica»
«Da quanto dichiarato ieri da Bolzonello alla stampa, sembrerebbe che il candidato PD alla Presidenza della Regione, in più di tre anni di riforma sanitaria e di vicepresidenza della Regione, non si sia per nulla accorto delle critiche provenienti da cittadini e operatori sanitari e fatte proprie da Forza Italia». Così Laura Stabile commenta le dichiarazioni del candidato Pd alla presidenza della Regione sulla riforma della sanità e i reativi tagli.
«Tali critiche - continua Stabile - sono state ferme, puntuali e coerenti nel tempo. L’approccio ai nodi della sanità appare alquanto semplicistico e superficiale, quando sembra voler ridurre l’organizzazione di un sistema così complesso a una questione di “doppioni”, come se si collezionassero figurine. Parlare di doppioni in sanità appare una grossolana banalizzazione, e un tentativo di attribuire una connotazione negativa ai servizi, anche quelli d’eccellenza, che si è voluto sopprimere contro ogni logica».
«L’ospedale di Gemona è forse un doppione? - si chiede il medico esponente di Forza Italia - Reparti quali la Medicina d’Urgenza e la Prima Chirurgica a Trieste sono doppioni? E, avendo accorpato reparti situati in ospedali distanti fra loro decine di km., con disservizi e disagi derivanti da primari “a scavalco” e da medici e pazienti itineranti, si vuole forse sostenere di aver eliminato il superfluo? Invece si è tagliato l’essenziale, che garantiva a tutti i cittadini del FVG il diritto alle cure».
«Il Ministero della Salute - conclude Stabile - ha indicato le dimensioni ideali dei reparti di degenza: 17-18 posti letto per reparto. Se vi è la necessità di numerosi posti letto per una data disciplina, si dovrebbe pensare a prevedere più reparti, perché se questi sono troppo grandi, come avveniva nelle antiche corsie ospedaliere, non possono essere gestiti con la necessaria efficienza».