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Riforma statuto regione Fvg, Pellegrino (SI): «Forzata e antidemocratica, a rischio referendum»

L'ha dichiarato la parlamentare Serena Pellegrino (SI) vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera dei deputati durante la discussione generale a Montecitorio della pdl costituzionale che modifica lo Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia

«Il cantiere per riscrivere lo Statuto del FVG deve rimanere ancora aperto. Chiuderlo in fretta prima dell’esito del referendum confermativo della rifroma costituzionale impedirebbe di ottenere i  risultati che vogliamo: stabili, corretti e armonici  nel IONALE quadro complessivo delle fonti, efficaci  e incontestabilmente democratici.  Ai  cittadini non interessa scommettere su chi arriverà prima ad abolire le provincie tra la Presidente Serracchiani e l’Onorevole Boschi! Il  prezzo di una coccarda da appuntare sul bavero per essere riconosciuti nel club dei renziani  non vale il prezzo di un testo disorganico e talora vuoto di effettivi contenuti normativi».

L’ha dichiarato la parlamentare Serena Pellegrino (SI) vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera dei deputati durante la discussione generale a Montecitorio della pdl costituzionale che modifica lo Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia. 

«Una modifica statutaria che si limita a compiere una mera cancellazione delle Province, senza un effettivo ridisegno delle funzioni e del ruolo degli enti locali , che introduce la città metropolitana per un territorio in cui il sistema urbano è caratterizzato da una rete diffusa e le conurbazioni più importanti non superano i 200.000 abitanti, che non prevede per l’istituzione di nuovi comuni, e per modificarne la circoscrizione, l’approvazione della maggioranza delle popolazioni dei comuni interessati attraverso il referendum. Una riforma che, per contro, produce un forte accentramento decisionale nelle mani della amministrazione regionale, garantendo pieni poteri a chi governerà la regione sulle definizioni degli ambiti territoriali e sulle sue aggregazioni e funzioni.  
Quindi non solo non si è voluto concedere ai cittadini l'ultima parola attraverso il referendum democratico ma  la decisione in merito alle forme di associazione tra comuni verrà imposta obbligatoriamente dalla amministrazione regionale. Tendenza già in atto, vista la recentissima pronuncia di inammissibilità dei quesiti referendari sottoposti alla Regione, tra i quali anche quello che chiedeva l’abrogazione della legge di riforma degli enti locali: poco importa che siano 15 mila o 5 mila le firme per richiedere un referendum. Tanto il consiglio regionale può fermarli all’atto dell’ammissibilità.”

«Inoltre portare a termine in gran velocità questa riforma  - ha precisato nel suo intervento Serena Pellegrino -  metterà la regione FVG nelle condizioni di non avere più nel suo statuto l'ente provincia mentre nella Costituzione risulta ancora presente sicuramente fino al prossimo referendum confermativo. E qualora dovesse vincere il NO, come noi auspichiamo, la regione FVG sarà l'unica ad aver un ordinamento senza le province, che invece saranno ancora riconosciute per tutte le altre regioni. Quale risultato otterremo il caos e l'incertezza su funzioni, servizi e personale, disservizi per i cittadini e aumento di spesa.”

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