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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Striscione Giulio Regeni, Pd Trieste: «Offesa famiglia e umilia la città, Dipiazza riappenda lo striscione»

Gli esponenti del Partito democratico di Trieste sulla rimozione dello striscione "Verità per Giulio Regeni" dal palazzo del Comune

«Il centrodestra offende la famiglia Regeni e umilia Trieste. Ma il sindaco può ancora rimediare: riappenda lo striscione in memoria di Giulio sulla facciata del Municipio». Lo hanno chiesto il Pd di Trieste e i consiglieri comunali democratici, oggi pomeriggio in una conferenza stampa incentrata sulla decisione del primo cittadino di rimuovere lo striscione con cui si chiede verità e giustizia per Giulio Regeni, e per rispondere alle accuse lanciate da Roberto Dipiazza nei confronti del Pd. Alla conferenza sono intervenuti la segretaria del Pd provinciale Adele Pino, i componenti della segreteria Marina Coricciati e Matej Iscra, la capogruppo Fabiana Martini, il vice capogruppo Giovanni Barbo e i consiglieri Roberto Cosolini, Laura Famulari e Marco Toncelli.
 
Secondo Pino «è il centrodestra che ha strumentalizzato questa vicenda sin dall’inizio, presentando una mozione definita “urgente”, che aveva una chiara valenza politica. Quindi rigettiamo con forza le accuse rivolte oggi al Pd dal sindaco Dipiazza: noi abbiamo solo reagito politicamente, com’è giusto faccia una forza di opposizione. Crediamo che questa azione sia stata una mancanza di rispetto nei confronti della famiglia Regeni e che abbia offeso la memoria di Giulio, oltre che umiliato la nostra città. Ci appelliamo al sindaco – continua Pino – affinché torni indietro e rimetta al suo posto lo striscione, così come vogliono i triestini, che su questo tema hanno dimostrato di essere profondamente coinvolti. Inoltre – ha osservato Pino – proprio in questi giorni, in cui, grazie alla Barcolana, Trieste è sotto i riflettori, chiediamo a Dipiazza non dare l’immagine peggiore della nostra città».
 
«Il Pd – ha evidenziato Adele Pino – non ha mai strumentalizzato la vicenda e mai lo farà: ricordo tra l’altro, per rispondere a quanti ci accusano di voler conferire una caratterizzazione politica a questo dramma, che non è il Pd a organizzare la manifestazione di lunedì prossimo alle 18.30 in piazza Unità, ma che il nostro partito vi aderisce, come tante altre realtà, associazioni e cittadini». Pino ha poi ricordato che «tra le varie accuse lanciate a caso da Dipiazza c’era quella contro la Regione, rea, secondo il sindaco, di non aver agito; Dipiazza però prima di parlare dovrebbe informarsi, perché forse non sa che la Regione ha appeso tempestivamente uno striscione sulla sede di Udine».
 
Secondo Fabiana Martini «Dipiazza oggi ha agito in modo infantile, quasi volesse fare un dispetto al Pd. Siamo perfettamente consapevoli che uno striscione o un manifesto non possono rimanere esposti per sempre, ma ci sono modalità e tempi corretti per farlo. Quelli adottati dal centrodestra di certo non lo sono. La mozione urgente è stata ritirata – ha aggiunto Martini – ed è stata sostituita con una mozione non urgente, ma che è del tutto confusa».
 
Per Roberto Cosolini «il Sindaco ha dunque fatto togliere lo striscione giallo (dopo un tentativo all'insegna del "fasim di bessoi" cioè di farlo personalmente accompagnato dal fedele Giorgio Rossi, che non ha avuto buon esito. Ah! bei tempi quelli dei birilli dei lavori sulle rive che si prendevano facilmente a calci). Lo ha fatto motivando a Radio 24 che «mi sono tolto il dente cariato, era diventato un problema politico e l'ho tolto» prendendosela con media, opposizione, cittadini. Che ci dovesse essere una sua presa di posizione a sto punto era inevitabile ma mi permetto di dire che poiché il primo atto politico, per i contenuti inequivocabili , sul tema è la mozione "urgente" dei suoi capigruppo, e lì comincia a dolere il dente, oggi poteva fare un gran bel gesto da Sindaco di tutti: far ritirare la mozione, lasciare lo striscione e magari invitare in municipio i genitori di Giulio per chiudere il tutto. Invece dichiara a Radio 24: «non ho problemi a chiamarli, sono nato a 1 km da Fiumicello e ho fatto il militare a Villa Vicentina che è a 200 metri si figuri», come se la solidarietà si misurasse con la vicinanza di paese o di condominio e non con sentimenti, valori e perché no, anche simboli. Non cambia il mondo, la verità si saprà o meno indipendentemente dallo striscione. Ma certo non è una bella pagina».

Secondo Barbo «il fatto che la mozione fosse una scelta politica è dimostrato dal fatto che non c’è scritto da nessuna parte che per rimuovere uno striscione serva una mozione”.
 

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