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Spaccio a Trieste, Fratelli d'Italia: «Problema sicurezza, accordi con Ics da rivedere»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

È giunto il tempo che gli accordi con l'ICS vengano rivisti, i comunicati stampa di Schiavone non rispondono al degrado portato a Trieste. Quest'ennesimo caso di spaccio, documentato dal filmato ne afferma il dramma, dove l'onlus che gestiva l'accoglieva dei sei richiedenti asilo nell'appartamento di via Milano, oltre a minimizzare i fatti risulta estranea alle indagini.

Se questi spacciatori, ora in arresto, per aver la disponibilità della droga da vendere, devono necessariamente avere contatti superiori con i fornitori, onlus e mediatori culturali che ruolo giocano nella prima accoglienza del profugo, nel fargli prender coscienza che in questo paese questo tipo d'attività è illegale?

Nella speranza che a questi spacciatori gli venga dato un provvedimento d'espulsione, dove gli verrà intimato di lasciare il paese, Trieste potrà realmente difendersi da questa piaga? Ma una singola azione non può bastare, fin quando in Italia non vengono effettuati quasi mai i provvedimenti d'espulsione coatti a causa degli eccessi costi, promuovendo di fatto l'ingresso delle masse impoverite.

Il Comune può intervenire rivedendo gli accordi con ICS (gestione richiedenti asilo) e Prefettura (numero richiedenti asilo), ma bisogna farlo subito.

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