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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica Isontino

Sanità, M5S di Ronchi: «Il Piano dell’emergenza regionale vuole eliminare un infermiere dalle ambulanze»

La denuncia del M5S di Ronchi a seguito dell'attuazione del Piano regionale dell'emergenza sanitaria

«L’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 2 “Bassa Friulana-Isontina” sta attuando in modo molto discutibile il Piano regionale dell’emergenza sanitaria, voluto dalla giunta Serracchiani. Un esecutivo regionale che, a più riprese, ha tradito il territorio promettendo potenziamenti che non sono mai arrivati e in più occasioni mettendo a rischio la salute dei cittadini. Da sempre le ambulanze dell’emergenza sanitaria di Monfalcone e Gorizia lavoravano sul territorio di competenza con a bordo un autista e un infermiere esperto e a Monfalcone anche con la presenza di un volontario. Dal bando pubblico riservato alle organizzazioni di volontariato per il servizio di soccorso e trasporto si intuisce però la volontà dell’Aas2 di voler attuare il Piano dell’emergenza regionale di fatto eliminando la presenza di un infermiere dall’ambulanza di Monfalcone e di un altro infermiere dall’ambulanza di Gorizia, creando la presenza di una nuova postazione per l’ambulanza a Gradisca d’Isonzo con infermiere». È questa la dura posizione del MoVimento 5 Stelle di Ronchi riguardo al Piano regionale dell'emergenza sanitaria.

«Nel bando –spiegano gli esponenti pentastellati– (presente a questo link https://www.aas2.sanita.fvg.it/opencms/export/sites/ass5/it/_bandi-gara/_allegati/AP-Volontariato-soccorso-primario-27-03.pdf) sono indicati i vari requisiti richiesti agli enti (requisiti di materiali che non sono presenti tuttora nemmeno sulle ambulanze aziendali), ma non c’è nulla riguardante i soccorritori o su come queste persone dovranno essere impiegate dalla nuova Centrale Operativa 118 regionale di Palmanova. Soccorritori che si vedranno impiegati sicuramente anche in codici rossi e gialli. Ricordiamo che il soccorritore da solo in ambulanza è già utilizzato sia a Trieste sia a Udine senza la sottrazione di macchine con infermiere ma in aggiunta. La differenza è che in queste città gli ospedali sono “hub”, ovvero presentano molte specialità, quindi le ambulanze non si allontanano di molto dalla loro sede e si liberano velocemente. Cosa che non accade in provincia di Gorizia, dove per le patologie più importanti come l’infarto o l’ictus (o anche per trasportare un paziente dall’ospedale di Gorizia a quello di Monfalcone) l’ambulanza insieme all’automedica si devono recare a Udine o Trieste o addirittura a Padova per gli ustionati, di fatto allungando i tempi di intervento e non essendo utilizzabili entrambe sul territorio Isontino anche per svariate ore».

«Ebbene–continua–, in questi casi - neanche tanto rari - chi risponderà alle chiamate di soccorso? In un incidente in autostrada con più feriti incarcerati nell’abitacolo dell’auto arriverà in nostro aiuto un soccorritore? Oltretutto vogliamo ricordare che i soccorritori non sono abilitati nemmeno a rilevare la pressione arteriosa, a misurare la glicemia, a somministrare ossigeno... figuriamoci intervenire in un evento traumatico di grande entità! La sanità isontina continua quindi a fare passi indietro e la coperta rimane sempre troppo corta. Dopo aver creato nuove postazioni di ambulanze in area montana, si sottrae un infermiere in un’area come Monfalcone, quinta città in regione per numero di abitanti, importante polo industriale, sede del secondo scalo marittimo della regione che ospita uno dei principali cantieri navali del mar Mediterraneo, confinante con un aeroporto - che andrà a dotarsi di un Polo intermodale in costruzione - dove transitano più di 700 mila passeggeri all’anno (qui dal 2016 non è più presente un presidio sanitario)».

«Non ci resta che denunciare questo inutile taglio che esporrà i cittadini a rischi inutili a fronte di un risparmio di un’unica unità infermieristica che fino ad oggi - e da sempre - ha fatto la differenza sul territorio isontino. Chiediamo pertanto un confronto con il direttore generale dell’Aas2 e con i sindaci di Ronchi dei Legionari, di Staranzano e di Monfalcone che sono deputati a tutelare la salute dei loro concittadini» conclude.

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