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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Ferriera, Scoccimarro: "Dialogo con Arvedi per chiusura area a caldo"

"Ho avviato un dialogo con la società. L'incontro con Arvedi è stato propedeutico a un processo con il quale vorremmo si giungesse alla chiusura dell'area a caldo della Ferriera nel 2022". Cosolini (PD): "Su cosa si basa la previsione? Che contromisure per i lavoratori?"

"Lo scorso weekend ha confermato ancora una volta che lo stabilimento di Servola non è più compatibile con il tessuto urbano che lo circonda e che industrie così impattanti, come altre in regione, non possono più coesistere con le città del 2020". Lo afferma l'assessore all'Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro, sottolineando che si era espresso in tal senso già ai tempi in cui ricopriva l'incarico di presidente della Provincia di Trieste, così come aveva fatto il governatore Massimiliano Fedriga anche precedentemente alla sua elezione.

Chiusura dell'area a caldo nel 2022

"Su mandato di Fedriga - spiega Scoccimarro - da qualche mese ho avviato un dialogo con la società. L'incontro riservato intercorso con il cavaliere Arvedi - aggiunge l'assessore - è stato propedeutico a un processo con il quale vorremmo si giungesse alla chiusura dell'area a caldo della Ferriera nel 2022". Scoccimarro fa il punto del lavoro svolto fin qui in merito allo stabilimento siderurgico triestino che nei giorni scorsi è stato protagonista "di due spolveramenti (assieme alla piattaforma logistica), un problema nell'altoforno e l'accensione delle fiaccole di emergenza a causa di un blackout, episodi rispetto ai quali ho chiesto puntuali report all'Arpa Fvg al fine di comprendere se vi sia stato inquinamento ambientale cui far seguire eventuali sanzioni".

"Accordi per strategia condivisa"

"Ritengo - insiste l'assessore all'Ambiente - che compromessi non siano più possibili e si debba ragionare solo attraverso accordi per una strategia condivisa". "In questi anni - evidenzia comunque Scoccimarro - la società ha salvato l'occupazione di molti lavoratori e fatto grossi investimenti sia in termini di bonifica del sito inquinato che per l'abbattimento dell'inquinamento prodotto dallo stabilimento, facendo rientrare quasi tutti i parametri nei limiti di legge".

"Resta però - fa notare l'assessore - uno stabilimento del 1800 nel cuore della città e quindi, proprio in questi giorni, dopo gli incontri con i rappresentanti e delegati della società, ho dato mandato agli uffici della direzione regionale Ambiente di procedere alla redazione di un documento che attesti lo stato di avanzamento lavori in merito all'Accordo di programma". "Partendo proprio dal documento sopracitato - annuncia Scoccimarro - assieme al governatore Fedriga incontreremo nei prossimi giorni il cavaliere Arvedi con il quale sono convinto troveremo una strada per giungere a obiettivi soddisfacenti per tutti". "Si tratta - conclude l'assessore - di chiudere l'area a caldo nel 2022, non lasciare nessuna famiglia dei lavoratori in strada, tutelare la salute dei cittadini e, come per il recente accordo tra Autorità portuale e Ungheria, agevolare l'arrivo di investitori nell'area al fine di garantire il giusto ritorno economico per gli investimenti messi in atto dalla società".

La replica di Cosolini

 "Sarebbe bene che chiarisse su cosa si basa questa sua previsione e quali contromisure verranno adottate per i lavoratori" commenta il consigliere regionale del Pd, Roberto Cosolini : "L'assessore chiarisca se c’è l’avvio concreto di un tavolo per la chiusura dell’area a caldo oppure semplicemente l’aspettativa di un’alienazione da parte di Arvedi dell’area ad altra attività nel campo della logistica. Nel primo caso le parti sociali sono informate? Esiste un cronoprogramma per arrivare a un Accordo sul futuro dell’area?".

"In ogni caso - specifica Cosolini - è prioritario chiarire quali soluzioni si prospettano per il futuro occupazionale di alcune centinaia di lavoratori tra occupati diretti e indotto. Finora l’amministrazione regionale, al tavolo sulle emergenze occupazionali di Trieste, ha ritenuto di escludere dal computo delle situazioni a rischio proprio la Ferriera. È lecito attendersi che dopo affermazioni così perentorie di un esponente della Giunta Fedriga, oggi questa posizione debba essere senza indugio rivista data la concreta possibilità non a lungo termine di perdita del posto di lavoro per qualche centinaio di lavoratori".

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