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Serracchiani al Presidente Mattarella: «Restituiamo onore agli alpini caduti a Cercivento»

Al convegno di Roveredo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha manifestato in un accorato discorso il suo pensiero sulle esecuzioni sommarie durante la Grande guerra. La presidente Debora Serracchiani aveva chiesto al Capo dello Stato l'onore restituito per quattro giovani alpini fucilati a Cercivento

Parole di «vivo apprezzamento e considerazione» per l'intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla memoria dei soldati italiani uccisi dai plotoni di esecuzione durante la Grande Guerra con metodi di giustizia sommaria, sono state espresse dalla presidente della Regione, Debora Serracchiani. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il suo pensiero in un messaggio preparato per il convegno di Rovereto sulla Prima guerra mondiale, dedicato proprio alle esecuzioni sommarie durante la Grande guerra. Proprio nelle scorse settimane, Serracchiani aveva scritto al Capo dello Stato per chiedere che venga restituito l'onore a quattro giovani alpini friulani fucilati a Cercivento nel luglio del 1916, dopo che la loro compagnia si era rifiutata di portare un ennesimo assalto. Questo episodio, rimasto nella memoria delle popolazioni locali, «rappresenta - aveva scritto la presidente - una ferita ancora aperta».

«L'intervento del Presidente della Repubblica - ha osservato Serracchiani - rivela saggezza e acuta sensibilità istituzionale, e invita ora a guardare anche alle pagine buie della Grande guerra, facendo appello alla nostra coscienza e al nostro senso di umanità. Sono parole importanti, quelle del Presidente, perché il centenario della Prima guerra mondiale deve essere occasione per una riflessione senza retorica e soprattutto senza ombre sulla storia d'Italia».

«Sono parole - ha aggiunto la presidente della Regione - che possono aprire finalmente un percorso di restituzione dell'onore a quegli italiani che, come i giovani alpini di Cercivento, sono stati passati per le armi da 'mano amica' ma che ugualmente devono essere considerati tra coloro che hanno sacrificato la vita per la Patria».

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