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Serracchiani non si candida, Riccardi: «Se ha fatto bene, perchè scappa?» Savino: «Ha usato Fvg come cavia»

Il centrodestra si pronuncia sulla mancata candidatura di Debora Serracchiani alle elezioni regionali del 2018

Il centrodestra si pronuncia sulla mancata candidatura di Debora Serracchiani alle elezioni regionali del 2018, a cominciare dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Riccardo Riccardi: «La Presidente Serracchiani ha deciso, come si sapeva da un pezzo, di andarsene a Roma, ma il Fvg, nonostante lei e le sue politiche, resta». 

«E oggi - prosegue il capogruppo azzurro -, chi in questi anni ha sempre combattuto in Aula le politiche della Giunta e chi si troverà a governare i prossimi cinque anni, ha il dovere e la responsabilità di pensare a come sistemare i grandi problemi strutturali che la sua azione di governo ci lascia. Le formalizzazioni in politica sono già vecchie prima ancora di essere conosciute. E così la legislatura si chiude con un presidente eletto direttamente che per la prima volta, invece di andare al giudizio degli elettori sul suo operato, se ne va. Abdica per manifesto timore del giudizio di friulani e giuliani».

«La verità - conclude Riccardi - è che Debora Serracchiani ha governato più da vicesegretario del Pd che da presidente del Fvg lasciando una regione in litigio su tutto, profondamente divisa ed in mezzo al guado per scelte che lei ha preteso e imposte. Per noi il bilancio è fortemente negativo. Se è davvero convinta di aver fatto così bene, perché scappa?»

La parlamentare e coordinatrice regionale di Forza Italia Fvg Sandra Savino dichiara: «Si corona finalmente il sogno di Debora Serracchiani: tornare a Roma e avere un posto in Parlamento. L’avesse fatto subito, cinque anni, fa, sarebbe stato meglio per tutti: per lei, che non sarebbe stata costretta a rimanere su un territorio che non ha mai sentito suo e che ha sempre visto come cavia per sperimentare le proprie pessime riforme; per i sindaci e i cittadini, che non si sarebbero visti retrocessi a ultima ruota del carro; per la sanità, che non sarebbe oggi al penultimo posto nel Paese per efficienza; per l’immagina della Regione nel suo complesso, costretta oggi a vedere il proprio modello, costruito in decenni di lavoro e determinazione, letteralmente raso al suolo».

«Ora, alla consolazione di vedere la Presidente finalmente in fuga per Roma, rimane la consapevolezza della sfida storica che la prossima Giunta si troverà di fronte: quella di ricostruire il modello Fvg», conclude Savino.

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