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La denuncia

Roma boccia la domanda di 14 milioni per Servola, Laterza: "Savino non sapeva nulla"

A sostenerlo è Riccardo Laterza di Adesso Trieste. "Stupisce che la giunta non sia a conoscenza del fatto che la città abbia perso una quota così consistente di risorse, peraltro più volte citate nella comunicazione istituzionale dell’ente"

TRIESTE - "La domanda di 14,7 milioni di euro relativi alla rigenerazione di Servola, annunciata con grande enfasi agli organi d’informazione ad aprile di quest’anno, è stata tuttavia bocciata dal Ministero dell’Interno, il quale non ha inserito i sei interventi proposti dal Comune nella graduatoria emessa più di un mese fa, il 19 ottobre". A sostenerlo è Adesso Trieste attraverso una nota a firma del suo leader, Riccardo Laterza dopo la seduta congiunta della II e VI Commissione consiliare dove il municipalista ha indirizzato la domanda all'assessore Sandra Savino 

"Ha risposto di non sapere nulla del mancato finanziamento - ha riferito Laterza -, stupisce che la giunta non sia a conoscenza del fatto che la città abbia perso una quota così consistente di risorse, peraltro più volte citate nella comunicazione istituzionale dell’ente. I problemi sono però altri due: il primo è che una corretta comunicazione istituzionale dovrebbe rendere conto alla cittadinanza sia dei progetti vinti, sia di quelli che purtroppo non ottengono finanziamenti, tanto più che le opere in questione, al momento senza alcuna copertura certa, sono state più volte sbandierate come il simbolo dell’interesse della giunta per le periferie".

"Il secondo problema - conclude Laterza - riguarda invece il futuro di Servola: i residenti di quel rione si aspettano, giustamente, misure di risarcimento a fronte dei pesantissimi danni ambientali ed economici subiti a causa della presenza dell’area a caldo della Ferriera. Le risorse certe per finanziare questi interventi andavano trovate attraverso una partecipazione diretta del Comune alle trattative per l’Accordo di Programma del 2020, lo stesso che nell’ambito della chiusura dell’area a caldo ha riconosciuto al Gruppo Arvedi risorse pubbliche per 55 milioni di euro. Affidarsi, a distanza di anni, ad altre linee di finanziamento per nulla certe non rende giustizia a quanti hanno subito per lungo tempo le scelte sbagliate della politica locale". 

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