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Risse tra bande, l'opposizione attacca Cosolini: «Situazione grave, basta falso perbenismo»

I gruppi di opposizione invitano il sindaco a un dietrofront sulle dichiarazioni a Telequattro e a incontrare le forze dell'ordine per pianificare maggiori controlli a garanzia della sicurezza dei cittadini messa in discussione dal susseguirsi di violenze e soprusi tra Topolini e viale XX Settembre e zone limitrofe

Partiamo da questi due simpatici oggetti (in foto la spranga e la bomboletta spray) prendendo spunto dalle dichiarazioni del sindaco Cosolini a Telequattro, che minimizza e ha paragonato i writer triestini fermati dalla Polizia Locale a quei ragazzi che si vedono nelle foto di TriestePrima armati appunto di spranghe e bastoni in via del Toro: credo che il sindaco abbia preso una cantonata e spero si sia sbagliato, perché se no la cosa sarebbe grave». Lorenzo Giorgi, capogruppo Pdl in Consiglio Comunale è il primo firmatario della mozione urgente presentata appunto sui gravi fatti avvenuti nella zona del viale XX Settembre e ai Topolini di Barcola e che vedono contrapposte bande di kosovari e serbi, che però inevitabilmente finiscono per coinvolgere anche i triestini, direttamente (vedi l'aggressione a due ragazzi fuori Burgher King) e indirettamente (paura e percezione di insicurezza crescente).

«La situazione è grave, io in questi giorni ho incontrato sindacati e cittadini - continua Giorgi -, ci sono continui furti di mezzi e negli appartamenti; il commissariato di Opicina, che copra un'area vastissima, è stato dimezzato per inviare agenti all'Expo... La mozione non vuole impegnare Polizia e Carabinieri, ma il sindaco a mettere qualche agente di Polizia Locale in più, come deterrente. Non vorremmo arrivare alla deriva della politica con i cittadini costretti a far da soli (vedi raduno organizzato dal pugile Tuiach e l'evendo di "pulizia" dell'associaizone Spiz), il cittadino ha bisogno di avere risposte, che in questo momento non sta avendo dalla sinistra al potere».

«Rimando al mittente, il sindaco, l'affermazione dell'isola felice - attacca Michele Lobianco -: è un atto di remissione, in questo modo si abbassa la guardia. Va data una risposta esemplare, bisogna agire subito, dietro queste brande c'è una criminalità che neanche immaginiamo. Continuare a dire queste idiozie ci porterà alla sindrome della rana cinese (la rana se buttata nell'acqua bollente schizza via, mentre se messa nell'acqua fredda e cotta a fuoco lento si cucina senza accorgersene, ndr). È normale signor sindaco e prefetto che in pieno giorno due bande si affrontino? Se poi aggiungiamo - conclude - che l'antimafia si è riunita in prefettura...».

«In città sta crescendo una certa preoccupazione, è un fatto inedito, ci sono sempre state delle zone molto sensibili, ma la paura ora è generale - ha esordito Carlo Grilli -. Il fatto che in una città delle gang che si affrontano in centro o un borseggio sono notizie da prima pagina fa capire quanto queste cose fossero più che rare in passato. Se i cittadini insorgono organizzando dei raduni la politica deve dare delle risposte e deve essere unita. Il sindaco deve dare dei segnali alle forze dell'ordine e magari intervenire con le pattuglie della Polizia Locale (4 in zona pedonale come via Mazzini?): la situazione credo che non sia ancora giunta alla piena emergenza, però invitiamo il sindaco a utilizzare i mezzi in suo possesso in maniera veloce».

«Trieste non ha più un sindaco perché queste frasi sono un chiaro segnale che questo signore ha divorziato dalla città - duro l'attacco di Everest Bertoli, capogruppo Forza Italia in Consiglio -: io lo invito a guardare la classifica de "Il sole 24 ore" di novembre che pongono Trieste tra le peggiori città d'Italia in quanto alla sicurezza del cittadino. È colpa solo del sindaco? È colpa di quel falso perbenismo che ci ha portato a questo punto. Io mi ribello fortemente, reputo vergognoso, che su 45 pattuglie di Polizia Locale bene 8 sono in via Mazzini e nelle immediate vicinanze, per gli sfizi di questa Amministrazione».

«Noi riproporremo la figura del vigile di quartiere - continua il forzista -. La sicurezza non è un problema di numeri o dati, ma di percezione dei cittadini. Ci sono persone che hanno paura di vivere la propria città e l'Amministrazione comunale può fare tanto. C'è bisogno del pugno di ferro per riprendere il controllo della situazione».

Tutti i consiglieri hanno poi tenuto a sottolineare che la questione esula dal razzismo: «Se fossero stati italiani, le nostre reazioni sarebbero state le stesse».

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