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Sostegno al reddito, Cittadini: «Doveroso che la Regione costruisse forma di aiuto»

C'è il "marchio" dei Cittadini sulla nuova legge regionale che disciplina le "Misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito". Il movimento civico è stato tra i promotori della norma, la forza politica che più di altre ha voluto fortemente questa legge

C'è il "marchio" dei Cittadini sulla nuova legge regionale che disciplina le "Misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito". Il movimento civico è stato tra i promotori della norma, la forza politica che più di altre ha voluto fortemente una legge che non preveda l'ennesimo strumento assistenziale ma che, al contrario, introduca un nuovo modo più semplice, incisivo e responsabile di dare e ricevere aiuto.

"Il sostegno al reddito - ha spiegato il consigliere Gino Gregoris, relatore in Consiglio regionale della legge - riguarda una platea che purtroppo, negli ultimi anni, si è notevolmente ampliata a causa della grave e perdurante crisi economica che attanaglia il nostro Paese. Era pertanto doveroso che la Regione costruisse una forma di sostegno a quei nuclei familiari residenti in Friuli Venezia Giulia che, per una pluralità di motivazioni, si trovano in condizioni di difficoltà e hanno l'evidente necessità di un aiuto per evitare di rimanere o di cadere in forme di marginalità sociale. La difficoltà era quella di individuare una soluzione capace di rispondere in modo efficace e rapido, coerente con le risorse a disposizione e semplice da applicare (evitando un eccessivo peso burocratico). 

"Credo che la sfida sia stata vinta: con soddisfazione possiamo dire che oggi, almeno nella nostra regione, i cittadini in difficoltà saranno messi nelle condizioni di essere aiutati ma allo stesso tempo di sentirsi protagonisti attivi della loro auspicabile ripresa. Non più aiuti economici fine a se stessi, non più diritti senza alcun dovere. L'erogazione economica - ha sottolineato Gregoris di concerto con i colleghi del gruppo dei Cittadini, Emiliano Edera e Pietro Paviotti - è infatti subordinata ad un patto di inserimento che il cittadino e la sua famiglia devono stipulare con i servizi sociali il cui rispetto è condizione per ottenere il beneficio. La collaborazione prevista con i Centri per l'impiego rappresenta un'ulteriore garanzia che questa norma ha come obiettivo principale l'inclusione lavorativa supportata da personale esperto e formato. 

"Va per altro evidenziato - ha concluso Gregoris - che, probabilmente, non tutti i cittadini interessati al provvedimento saranno nelle condizioni di accedere al mondo del lavoro e di uscire dalla condizione di difficoltà. Per chi rimarrà escluso sarà necessario rafforzare il rapporto con il terzo settore ed attivare forme alternative di occupazione "protetta" quali i tirocini inclusivi".

Gregoris ha ricordato in sintesi, i "punti chiave" della nuova norma.

"È rivolta ai nuclei familiari, anche costituiti da una sola persona, con ISEE inferiore a 6.000 euro annui residenti in regione (almeno un componente) da almeno 24 mesi. Si tratta di un contributo economico calcolato in modo da ridurre la distanza tra l'ISEE del nucleo familiare rilasciato al momento della domanda e quello di 6.000 euro, definito come soglia minima per l'accesso. "È una misura a "sportello". Significa che non c'è un bando al quale partecipare, con la ressa di richiedenti, la graduatoria finale, l'enorme carico di lavoro burocratico e tutte le conseguenze negative che ben si conoscono per esperienze precedenti, ma è uno strumento in mano ai servizi sociali.

"La durata del beneficio è prevista in 12 mesi rinnovabile per altri 12, ma con una sospensione di almeno 2 mesi.

"È una misura di tipo "universale" (rivolta cioè a tutti coloro i quali hanno il requisito ISEE) ma selettiva. Significa che per potervi accedere è necessario che il nucleo familiare si impegni a sottoscrivere un "patto" con i servizi sociali dal quale emergano diritti e doveri reciproci. In questo "patto" i beneficiari si impegnano a seguire un percorso che permetta (o favorisca) l'uscita dalla condizione di difficoltà; parimenti i servizi si impegnano a sostenere ed aiutare la famiglia non solo con l'erogazione di un assegno mensile (comunque non superiore a 550 euro), ma anche con un insieme di azioni che favoriscano l'obiettivo (esperienze formative, partecipazione al mercato del lavoro, oltre a definizioni di comportamenti relativi alla responsabilità personale e genitoriale ecc.).

"È una misura che viene proposta in forma sperimentale. Significa che abbiamo ben chiaro l'obiettivo, ma siamo anche consci che la sua concreta gestione può richiedere una serie di aggiustamenti anche in base alle esperienze. Pensiamo dunque ad un accompagnamento in grado di migliorare sempre di più l'operatività concreta della norma anche con percorsi di approssimazione successive.

"La disponibilità economica è pari a 10 milioni di euro previsti nella finanziaria 2015; è una cifra sufficiente visto che la Legge entrerà in vigore negli ultimi mesi dell'anno. Dal 2016 si potrà sommare agli 11 milioni di euro del fondo di solidarietà; dopodiché, anche in base alle risultanze di una prima applicazione della Legge, la Regione dovrà verificare quale sia una cifra congrua da assegnare per questo obiettivo".

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