Startup Trieste si evolve in associazione culturale, Carini: «Vogliamo essere utili alla città»
Il sodalizio ha già stabilito le principali linee guida ed i progetti che saranno sviluppati da una compagine aperta a tutti i triestini
Nasce ufficialmente l’associazione culturale Centro Studi Startup Trieste, con l’atto costitutivo depositato nei giorni scorsi. I soci fondatori sono Fabio Carini, presidente, Isa Amadi, vicepresidente, Roberto Bencich, tesoriere, Micol Brusaferro, segretario generale e poi Cristiano Drosg, Lino Madotto e Alessandro Piemonte.
Il sodalizio ha già stabilito le principali linee guida ed i progetti che saranno sviluppati da una compagine aperta a tutti i triestini desiderosi di partecipare alla crescita di una città unica al mondo.
«Siamo prima di tutto triestini – spiega Carini – e da questa certezza ripartiamo per essere utili alla nostra amata città, per identificare e realizzare in sinergia con tutte le realtà del territorio le azioni più opportune per rilanciare Trieste in chiave europea e mondiale. Viviamo momenti storico-politici decisivi, serve l’impegno di tutti per conquistare il presente e porre le basi per un futuro per troppo tempo negato».
Tra gli obiettivi prioritari i giovani, per fornire risposte alle domande inerenti la fase di conclusione e perfezionamento dello studio, l’attività di impresa in rete ed impresa hub, per dare vita a incubatori dove sviluppare senza oneri aggiunti attività imprenditoriali, per collaborare con le aziende disponibili a dedicare spazi free ai giovani, utilizzandoli per consulenze e collaborazioni, e ancora per promuovere momenti di interscambio tra giovani e meno giovani al fine di creare sinergie e trasferire conoscenza ed esperienza.
Nello statuto primeggia la valorizzazione dello status internazionale e neutrale di Trieste anche attraverso eventi nuovi quali il Festival delle Comunità al quale si sta già lavorando. E poi idee che riguardano il turismo, l’ambiente, il volontariato, il commercio, la cultura, le attività sportive con particolare attenzione a quelli che vengono erroneamente considerati sport minori.
Tra i punti cardine anche ogni azione possibile per giungere alla dismissione totale del mostro Ferriera e un forte interesse alla vita delle periferie. Si punta, infatti, a favorire nuove attività portando anche manifestazioni in grado di vivacizzare l’aspetto sociale ed economico delle zone meno centrali.