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Stella rossa sul Colle di San Giusto, Comolli (Idt): «Simboli che ricordano le foibe e la morte»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

Ogni primo Maggio sono tanti i triestini  che vanno al mare, in gita o rimangono a dormire. Per loro fortuna non devono sfilare lungo le vie della città in mezzo alla bolgia di gente urlante  con le bandiere rosse e gli striscioni dei sindacati. Dicono sia una festa del popolo, ma è coordinata da una parte politica ben definita, quella comunista o comunque di sinistra che con l'occasione tira fuori dagli armadi le bandiere rosse con falce e martello per ricordare, probabilmente anche a se stessi, che esistono. 
Purtroppo da due anni a Trieste  assistiamo ad uno spettacolo provocatorio ed osceno: l'esibizione dei simboli titini, come stelle rosse e bandiere della ex Jugoslavia.
Simboli purtroppo noti alla nostra città e ad i suoi cittadini. I ricordi non sono certo piacevoli come molti ci vogliono fare credere ma rievocano alla mente il periodo dell'occupazione, le foibe e la morte.
Domenica qualche ebete ha pensato bene di porre una stella rossa alla sommità di scala dei Giganti come gesto di provocazione. 
La cosa ovviamente ci fa inorridire e crea sdegno il silenzio dei politici e del sindaco che non hanno manifestato prontamente vicinanza a tutte le persone che durante l'occupazione titina hanno perso i loro cari nelle foibe.
L'augurio è che il prossimo anno ci sia maggior vigilanza e rispetto per la nostra città e la sua storia.

Davide Comolli

Portavoce  Italiani di Trieste

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