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Trieste, M5S continua a denunciare l’aumento della tassazione complessiva

11.51 - Menis: «Siamo alla politica della riduzione del danno». Patuanelli: «In pochi anni i cittadini hanno subito una crescita spaventosa dei prelievi per tributi»

Dopo un’analisi presentata dalla Cgia di Mestre, è ritornata sotto i riflettori la politica fiscale del Comune di Trieste. «Non posso che ripetere quanto avevo già fatto notare a luglio - sottolinea Paolo Menis, portavoce M5S in Consiglio comunale - ovvero che la tassazione complessiva sarebbe aumentata, considerando che la Tasi sulla prima casa era più pesante dell’Imu pagata nel 2012. Operazione che da un lato è frutto di una scelta del centrosinistra locale di far gravare la Tasi quasi interamente sulle prime case, con una misura mille miglia lontano da criteri di equità sociale, dall’altro è conseguenza di una politica fiscale schizofrenica e lontana mille miglia dal garantire l’autonomia finanziaria degli enti locali».

«Siamo alla politica della riduzione del danno - aggiunge Menis -, danni provocati a Roma dai governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi, sostenuti da quei partiti che ora a Trieste vogliono far credere di lavorare per il bene della città e delle imprese locali».

«Se poi ampliamo il ragionamento analizzando il totale delle entrate tributarie del Comune di Trieste - continua Stefano Patuanelli, portavoce M5S in Consiglio comunale - ci accorgiamo che i cittadini di Trieste hanno subito in pochi anni, una crescita spaventosa dei prelievi per tributi: nel 2007 le entrate tributarie erano preventivate in € 108.792.500,00, nel 2014 siamo passati a € 138.210.500,00 ed anche al netto di una diversa iscrizione di alcuni tributi, l’aumento è notevolissimo».

«Il punto è - conclude Patuanelli - che non si riesce mai a razionalizzare la spesa e si interviene quindi sulle entrate per garantire i servizi essenziali».

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