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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Unioni civili, mozione Pd in Consiglio comunale: «Non ci può essere discriminazione»

L'ex assessore Laura Famulari presenta una mozione «riportare la discussione in sede di commissione, per i necessari approfondimenti tecnico-giuridici, e poi in Consiglio dove il dibattito potrà essere seguito dai cittadini»

La vicenda della sala per le unioni civili, che in queste settimane sta scatenando vivaci polemiche, approda sul piano istituzionale. A portarla nell'aula del Consiglio Comunale è il Pd con una mozione con prima firmataria l'ex assessore al "Sociale" Laura Famulari. L'obiettivo è quello di impegnare il sindaco e l’assessore competente, Michele Lobianco, a «far applicare la Convenzione europea dei Diritti dell’uomo, e in particolare l’articolo 20 della legge 76/2016, al fine di superare ogni forma di discriminazione tra cittadini».

Il documento è stato presentato nei giorni scorsi in una conferenza stampa nella sede del Pd, dal segretario provinciale Adele Pino e dalla stessa Laura Famulari. Nonostante la scelta della sala Bazlen concessa per le unioni civili, «permane l’intervento discriminatorio dell’amministrazione. Per principio non ci può essere discriminazione - ha sottolineato Pino - e non credo che il Comune non possa fare marcia indietro, credo invece che non voglia».

Con la mozione, come ha spiegato Laura Famulari, sarà possibile «riportare la discussione in sede di commissione, per i necessari approfondimenti tecnico-giuridici, e poi in Consiglio dove il dibattito potrà essere seguito dai cittadini». In merito alla scelta della sala Bazlen, Famulari ha osservato che «pur essendo la location splendida, e di questo diamo atto al sindaco, Dipiazza non ha colto il senso vero della discriminazione; è stata una chiara scelta politica, frutto di un compromesso che probabilmente c’è stato in giunta, visto che l’assessore Giorgi si è detto disponibile a registrare le unioni civili».

Sia Famulari sia Pino hanno poi ricordato che si è creata una situazione che ha più volte portato Trieste, città laica, multietnica e multiculturale, a un livello «imbarazzante» sul piano nazionale.

Il consigliere comunale Giovanni Barbo si augura che «la parte più moderata del centrodestra prevalga su quella più estremista: questo è l’ennesimo episodio, in due mesi, di un sindaco succube della sua maggioranza. Scegliendo palazzo Gopcevic, Dipiazza ha tentato di smarcarsi dal vicesindaco».

La mozione è solo la prima iniziativa del Pd sul tema, ha ribadito Adele Pino: «In settembre organizzeremo manifestazioni pubbliche affinchè Trieste non venga continuamente umiliata da iniziative un po’ fondamentaliste».

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