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Sabato, 20 Aprile 2024
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Uno Sguardo... Dall'Europa: Arrivano le Elezioni, chi ci Governera'?

Nomi e indiscrezioni: chi ci governerà in Europa per i prossimi cinque anni? Il 25 maggio saremo chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento europeo ma questo sarà solo il primo dei molti cambiamenti che a livello europeo ci accingiamo a...

Nomi e indiscrezioni: chi ci governerà in Europa per i prossimi cinque anni?

Il 25 maggio saremo chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento europeo ma questo sarà solo il primo dei molti cambiamenti che a livello europeo ci accingiamo a vedere. Successivamente alle elezioni, gli stati membri dovranno nominare i loro candidati per la presidenza della Commissione europea.

Per la prima volta dovranno 'tenere conto' del risultato delle elezioni europee e dovrebbero nominare il candidato presidente sostenuto dal partito europeo che ha vinto le elezioni europee. Secondo gli ultimi sondaggi, il Partito Popolare Europeo, con il suo candidato Juncker, sarebbe in lieve vantaggio rispetto ai Socialisti capitanati da Schulz. Siamo lontani dal concetto di elezione diretta del presidente della Commissione europea ma almeno bisogna ammettere che qualche passo in avanti è stato fatto in quanto, per esempio, un cittadino sa che votando per il PD potrebbe trovarsi Martin Schulz presidente della Commissione.

Non di secondo piano le nomine dei differenti Commissari europei: la Germania, nel caso in cui non riuscisse ad ottenere la Presidenza della Commissione con Schulz, non ha intenzione di allentare la sua presa su alcuni portafogli fondamentali per orientare le politiche dell'Unione europea (Energia, Mercato Interno, Industria - competenze che magari potrebbero essere confluire sotto il controllo di un supercommissario). Per gli Affari Economici si parla con insistenza di pressioni spagnole per ottenere un portafoglio necessario per la ripresa economica iberica e di tutti i paesi membri dell'area mediterranea (tutto andrà meglio dell'ex Commissario finlandese mister austerity Olli Rehn).

Per l'Italia?

Nel difficile gioco di riempire tutti i tasselli, l'Italia si potrebbe giocare la carta Enrico Letta, molto ben visto a Bruxelles dopo l'esperienza, seppur breve, di Presidente del Consiglio. Un altro nome che circola in "quota Italia" è quello di Paolo De Castro, ex Ministro dell'Agricoltura e attuale presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.

Al netto di posizioni politiche è considerato un grande esperto in materia ed è anche uno dei pochi eurodeputati italiani che sono riusciti a fare squadra con i suoi colleghi quando si negoziava la riforma della Politica Agricola Comune. La nomina spetta all'attuale governo Renzi, difficile ma non impossibile un ritorno in pompa magna del suo acerrimo nemico Massimo D'Alema, molto ben visto dal Partito Socialista Europeo, il quale potrebbe entrare in lizza per diventare il capo della diplomazia europea rimpiazzando la Baronessa Ashton.

Non è esclusa la nomina di qualche 'tecnico' esperto di questioni comunitarie, ad esempio Moavero Milanesi, già Ministro per gli Affari europei del governo Monti. Da non sottovalutare la possibilità anche di vedere una faccia molto ben conosciuta a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia. Dopo una breve esperienza europea, dopo l'elezione a governatrice e essendo rimasta fuori dalle nomine per diventare ministro, Deborah Serracchiani potrebbe ambire ad una posizione di prestigio in Europa. La posizione numero 2 all'interno del PD potrebbe starle stretta e le sue ambizioni extra regionali, mai nascoste, potrebbero essere ripagate in questa maniera.

Non mi stancherò mai di dirlo ma a prescindere dalle proprio convinzioni politiche, l'Europa non è un terreno fertile per proiettare beghe nazionali. Al Parlamento europeo o nei corridoi della Commissione, non devono trasparire nostre beghe provinciali interne ai partiti.

Un deputato europeo italiano o il futuro Commissario dovranno ricordarsi di far squadra e dovranno avere bene in mente che rappresentano la Repubblica italiana e non una sezione locale del loro partito. Solo così avremo la possibilità non solo di poter contrastare politiche avverse ma avremo anche la credibilità di poter condurre politiche che rilancino l'economia del Vecchio Continente mettendo fine a questo periodo di austerità.

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