Uno Sguardo... Dall'Europa; Soldi Soldi Soldi
Soldi, soldi e ancora soldi. Betty Curtis cantava così nel 1962, periodo di crescita economica quando, specie in Italia, servivano magari per comprarsi la prima macchina e non per arrivare a fine mese. In questi ultimi mesi, grande dibattito a...
Soldi, soldi e ancora soldi. Betty Curtis cantava così nel 1962, periodo di crescita economica quando, specie in Italia, servivano magari per comprarsi la prima macchina e non per arrivare a fine mese.
In questi ultimi mesi, grande dibattito a Bruxelles per quanto riguarda il bilancio dell'Unione europea.
Fra gli argomenti maggiormente discussi c'erano in ballo i 670 milioni di euro per aiutare le zone terremotate dell'Emilia Romagna e il futuro e la copertura economica per il progetto Erasmus. Da troppo tempo siamo abituati a vedere i politici nazionali, ministri ed ex ministri che si scagliano contro le istituzioni europee.
Gli stessi politici che nelle piazze e nei talk show lamentano la mancanza di una progettualità comunitaria a lungo termine ma a Bruxelles boicottando le attività europee dichiarandosi contrari ad aumentare il bilancio comunitario per poi tornare in patria a criticare praticamente le loro stesse scelte.
Il populismo anti-europeo è diventato oramai uno sport che li rende più popolari delle rock star e magari li fa arrivare alle prossime elezioni più tranquilli.
Bellissimo esempio, invece, contrario a questa mala consuetudine, è stato il "sistema Italia" che si è costituito in queste settimane tra i nostri rappresentanti in Europa per sbloccare i fondi per l'Emilia Romagna. Tutti, e dico tutti, hanno sbattuto i i pugni sul tavolo, hanno fatto valere le ragioni italiane e alla fine l'obiettivo di un accordo è stato raggiunto.
Si riuscisse a creare sistematicamente questo schema tecnico tattico, abbinandolo ad un utilizzo efficace dei fondi europei, riusciremo veramente a vedere gli Stati Uniti d'Europa come un obiettivo a cui puntare e non come un "Super Stato" formato meramente da burocrati.
Sogno anche di vedere questo "sistema Italia" trasformato in un "sistema Europa" in cui tutti i rappresentati degli Stati Membri raccolgano le proprie forze per continuare a sostenere quel programma che, senza ombra di dubbio, è il maggiore successo dell'Europa. Quel programma che prende nome da un umanista di Rotterdam e che ha fatto sentire europei tantissimi giovani più di qualsiasi altra decisione politica.