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Uti, Giorgio Ret (Ar): «Mostro giuridico-istituzionale»

Il consigliere regionale di Autonomia Responsabile Giorgio Ret sul disegno di legge della "Soppressione delle Province"

«Concepita frettolosamente come un “piccola riforma costituzionale” da portare in dono a Matteo Renzi la riformetta della Uti si sta rivelando caotica e ingestibile: crea problemi a non finire invece di risolverli. Il consigliere regionale di Autonomia Responsabile Giorgio Ret entra nel merito della discussione sul disegno di legge della "Soppressione delle Province" ovvero il disegno di una nuova geografia regionale che invece di quattro province è riuscita a crearne 18. È lo specchio, in piccolo della riforma del senato: non sono più i cittadini a eleggere i propri rappresentanti, ma essi vengono “nominati” dalla casta dei politici e quello che è peggio, di quella della burocrazia». Giorgio Ret «afferma tra l’altro l’assurdità della Uti triestina, che vorrebbe creare un impossibile unione tra la città di Trieste e il “prezioso microcosmo del Carso”».

«Mettere insieme le problematiche di una grande città portuale, emporiale e turistica con alcuni paesini di poco più di mille abitanti. Vi sono modi di vivere in completa antitesi, sia ben inteso non dal punto di vista politico, bensì rispetto alla cultura, alle tradizioni ed alla socialità e storicità dei territori in esame. E viene fuori il dato più eclatante di questa legge mal fatta e mal concepita: l’assoluta  inconsistenza “culturale” dell’operazione che separa ciò che dovrebbe stare insieme (vedi Grado e Aquileia) e unisce quello che dovrebbe restare separato. “Il lavoro da svolgere per correggere questo “mostro istituzionale” risulta davvero gravoso - tuona Ret - e sicuramente di difficile realizzazione. Esprimo quindi il mio totale dissenso nel merito dell'adozione delle UTI rivendicando la propria lunga esperienza quale sindaco e conoscitore della macchina amministrativa locale».

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