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La Trieste ebraica: il ghetto di Cittavecchia

Trieste è una città dalle profonde radici ebraiche: dietro Piazza Unità i luoghi che ospitavano il ghetto oggi ancora ricchi di fascino e di storia

Brulicante di rigattieri, librerie e locali, a due passi da Piazza della Borsa e da Piazza Unità, si estende l’antico ghetto ebraico. Attraversando il Passo della Portizza si accede a quello che una volta era un luogo di importanti mercati e scambi commerciali.
Già all’epoca della sua istituzione nel 1696, la posizione così centrale confermava l'importanza economica che questa comunità aveva in città. Inizialmente il ghetto fu istituito da Leopoldo I d'Asburgo nell’area di corte Trauner, considerata zona periferica. La popolazione infatti si oppose a questa sistemazione poichè temeva che potesse risultare rovinosa dal punto di vista economico e riuscì dunque a ottenere il trasferimento.

Come si legge nel sito della comunità ebraica, con decreto imperiale del 28 novembre 1696, il ghetto trovò la sua collocazione definitiva nel cuore commerciale di Trieste. Gli ebrei, un centinaio in tutto, fecere ingresso nel ghetto nel 1697. Vi si accedeva dalla Portizza di Riborgo ed era circondato da un alto muro ed è munito di tre porte (in piazza del Rosario, in fondo a via della Beccherie e a Riborgo) vigilate da guardie cristiane e chiuse dal tramonto all’alba. Il quartiere, sito tra piazza della Borsa e il Teatro romano, era circoscritto tra contrada Malcanton, contrada Riborgo e contrada delle Beccherie.
Nel 1748 nel ghetto venne edificata la prima Sinagoga e una scuola.
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Il 1784 fu un anno importante. Le porte del ghetto si aprirono con le "Patenti di tolleranza" dell’imperatore Giuseppe II e un anno più tardi fu abolita per sempre la segregazione. La maggior parte degli ebrei però continuò a vivere tra quelle vie tanto che nel qualche anno più tardi nacquero altre due sinagoghe e due scuole. Purtroppo tutto il quartiere del ghetto fu stravolto dal risanamento della città vecchia per mano del regime fascista e molti degli oggetti di importanza religiosa e culturale sono attualmente conservati al Museo ebraico Carlo e Vera Wagner, in via del Monte 7.

Una cosa è certa, che è il fascino del tempo passato, della storia che quei luoghi sono stati protagonisti è rimasto invariato. Vi sono tracce evidenti ancora oggi della presenza ebraica a Trieste in quelle zone cha vanno da Piazza Unità al Teatro Romano passando per via Torbandena e via Malcanton. Le vie del quartiere, il cui asse principale è via delle Beccherie, sono tuttora sede di negozi e di professioni tipiche dell’antiquariato, della vendita e del restauro di mobili, suppellettili e libri e hanno conservato la vitalità e l’allegria che le hanno da sempre contraddistinte.


 

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