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Storia, cultura e cucina

Tappa in Fvg per il viaggio culturale, storico-artistico lungo il sito seriale Unesco “I Longobardi in Italia"

In occasione dell'anniversario l’Associazione Italia Langobardorum, che si occupa di gestire, valorizzare e promuovere il sito seriale, propone un itinerario alla scoperta delle risorse culturali, storico-artistiche e gastronomiche di sette comuni italiani: anche il Friuli Venezia Giulia è protagonista dell'iniziativa

Ricorrono dieci anni dal riconoscimento come Patrimonio mondiale Unesco del sito seriale "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)" di cui fanno parte sette territori italiani. Per questo importante anniversario l’Associazione Italia Langobardorum, che si occupa di gestire, valorizzare e promuovere il sito seriale, ha proposto un itinerario alla scoperta delle risorse culturali, storico-artistiche e gastronomiche dei sette comuni italiani, che ospitano le testimonianze monumentali incluse nella tutela Unesco, in quanto rappresentative della civiltà longobarda giunta all’apice del suo sviluppo tra VII e VIII secolo d.C.

I beni compresi nel Sito seriale Unesco

Tra i beni compresi nel Sito seriale Unesco anche il Friuli Venezia Giulia, nel dettaglio: l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (Udine), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore - Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria Foris Portas a Castelseprio - Torba (VA), la Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

Questi rivelano la capacità propria della compagine etnico-culturale dei Longobardi, di sintetizzare, rielaborandoli in maniera originale, gli elementi culturali derivanti dalle radici germaniche con i fondamenti della tradizione classica e l’eredità romano-cristiana.

Friuli Venezia Giulia: l’area della Gastaldaga di Cividale del Friuli

Il viaggio inizia proprio dal Friuli Venezia Giulia, dove si trova l’antica capitale del Ducato longobardo del Friuli, l’odierno comune di Cividale del Friuli (Ud), che accoglie sul proprio territorio l’area della Gastaldaga, con il Tempietto Longobardo, ora inglobato nel complesso monastico benedettino di Santa Maria in Valle, noto per essere uno degli edifici più complessi e originali della tarda età longobarda (seconda metà dell’VIII secolo), provvisto di un ricco apparato decorativo costituito da stucchi figurati (ricavati da un impasto di gesso, calce e polvere di marmo) e da affreschi, solo in minima parte conservati, come il Cristo Logos tra gli arcangeli Michele e Gabriele, e il Complesso Episcopale, rinnovato dal patriarca Callisto nell’VIII secolo, in origine formato da un insieme di edifici, la Basilica, il Battistero di San Giovanni Battista e il Palazzo Patriarcale, i cui resti sono visibili nei piani interrati del Museo Archeologico Nazionale.

Proprio dal Battistero provengono due tra le più importanti opere della produzione scultorea longobarda, riferibili al periodo della cosiddetta “rinascenza liutprandea” oggi conservati presso il Museo Cristiano/Tesoro del Duomo: il Tegurio di Callisto, un’edicola ottagonale che copriva il fonte battesimale e l’Altare del duca Ratchis, realizzato in pietra istriana, con quattro paliotti scolpiti in rilievo appiattito recanti temi narrativi di carattere biblico.

Dolce tipico di Cividale del Friuli: la Gubana

Celebrata specialità del variegato patrimonio gastronomico di Cividale è la Gubana, dolce arricchito di frutta secca e tradizionalmente servito con la grappa, le cui origini sono legate alle feste religiose più importanti, ma anche ad eventi della vita comunitaria quali matrimoni e cresime. Originaria dell'area che comprende Cividale e le valli del Natisone, al confine con la Slovenia, la Gubana si pone come un ponte tra le due tradizioni gastronomiche, come rivelato dal nome, derivante dal termine sloveno “guba”, piega, e si caratterizza non solo per la ricca e gustosa farcitura, con pinoli, uva passa, noci, nocciole (con varianti locali), ma anche per l’originale aspetto esteriore, che mostra il tipico avvolgimento “a chiocciola” dell’impasto.

La ricetta della Gubana

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