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Storie, tradizioni e architetture nella Trieste di oggi e di un tempo / Piazza Nicolò Tommaseo

San Nicolò, la comunità greco-ortodossa e la chiesa dedicata: memorie di antiche e amate tradizioni triestine

Le origini della comunità greca a Trieste risalgono al 1714, quando il primo mercante si stabilì da Nauplia nella città portuale di Trieste. Nel 1782 fu ufficialmente fondata la comunità greco-ortodossa che nel 1784 iniziò a costruire la propria chiesa dedicata a San Nicolò: per i triestini, santo più importante di Babbo Natale

Ieri, lunedì 6 dicembre, è stato celebrato San Nicolò: figura che in città riveste un ruolo molto importante. Più importante di Babbo Natale, anche se, secondo le leggende, quest’ultimo deriverebbe proprio dal santo, i bambini aspettano i regali proprio la mattina del 6, mentre quelli del 25 passano quasi in secondo piano.

E fu proprio il mare a portare San Nicolò a Trieste. Dopo la proclamazione del porto franco nel 1719 infatti, genti diverse provenienti dal Mediterraneo iniziarono ad affluire in città. I greci furono tra le prime comunità relativamente numerose ad insediarsi, e verso la fine del XVIII secolo fondarono la propria chiesa, dopo alcune dispute con i fedeli serbi per quanto riguardava la lingua da utilizzare durante le funzioni nel tempio di San Spiridione.

San Nicolò, il santo più importante di Babbo Natale

A Trieste, significativo punto d'incontro di diverse culture, alla fine del XVIII secolo, venne quindi costituita la Comunità Greco-Orientale. Traccia importante di questo avvenimento fu, senz'altro, la fondazione della chiesa greco-ortodossa della città, a Piazza Niccolò Tommaseo, che risale alla prima metà del Settecento. Il tempio, dedicato a San Nicolò e alla Santissima Trinità, fu eretto sulle rive poiché a quei tempi Trieste era un florido emporio e al porto approdavano ogni anno migliaia di battelli. Inoltre, San Nicolò è il patrono dei marinai, degli armatori e di tutti coloro che in generale lavorano con i traffici del mare. La chiesa, costruita in forma di basilica a navata unica, fu aperta ufficialmente il 18 febbraio 1787.

La storia

Le origini della comunità greca a Trieste risalgono al 1714, quando il primo mercante greco Liberale Baseo si stabilì da Nauplia nella città portuale di Trieste. Furono la dichiarazione di Trieste come porto franco nel 1719 e l'atteggiamento volutamente tollerante degli Asburgo nei confronti di altre religioni e nazioni che resero questa città attraente per i mercanti greci. Nicolò Mainti, giunto da Zante nel 1734, fondò a Trieste una comunità ortodossa intorno al 1750, la maggior parte dei cui membri erano greco-ortodossi, ma una percentuale minore erano illirici ortodossi (oggi chiamati serbi-ortodossi). Nel 1782 fu ufficialmente fondata la comunità greco-ortodossa, che nel 1784 iniziò a costruire la propria chiesa sul lungomare del Porto Vecchio. I lavori di costruzione furono completati nel 1795, ad eccezione della facciata esterna. Nello stesso anno, l'inaugurazione ufficiale ebbe luogo alla presenza del governatore di Trieste Pompeo de Brigido, e la chiesa venne consacrata a San Nicolò e alla Santissima Trinità.

Dopo un anno di pausa in viale XX settembre torna la Fiera di San Nicolò (Foto)

La struttura

La chiesa, a pianta regolare, è realizzata in stile impero nella struttura generale e in stile barocco nella decorazione. Essa è suddivisa in tre spazi liturgici:

  • il presbiterio a tre piccole absidi;
  • la navata;
  • le due balconate per il gineceo ed il coro.

La magnifica iconostasi divide il presbiterio riservato ai celebranti dalla navata a cui accedono i fedeli. La navata con pavimento di marmo a riquadri bianchi e neri è ingentilita da scanni lungo le pareti. Al centro, tra grandi candelabri affiancano l’icona di San Nicolò. La grande tela raffigurante Cristo in gloria circondato da angeli ricopre tutto il soffitto piano ed è ricca di effetti prospettici con balaustre e scorci di architettura in stile classico. Nelle finestre troviamo, invece, immagini degli Evangelisti e degli Apostoli. Sulle pareti laterali due grandi quadri del piranese Cesare dell’Acqua raffiguranti a sinistra la Predicazione di Giovanni Battista, e a destra Cristo tra i fanciulli; invece il quadro sopra la porta di destra raffigura la Filoxenia, ovvero "L’ospitalità di Abramo" verso gli angeli, ed è attribuibile alla stessa mano della tela del soffitto.

Appena entrati, la caratteristica che subito si nota è sicuramente l’iconostasi lignea splendente di intagli dorati e pitture, pure a fondo oro; sopra i battenti delle tre porte sono raffigurati i Santi Pietro e Paolo ed altri Padri della Chiesa. Ci sono poi nella parte superiore 21 dipinti a tempera su tavola con fondo oro, che raffigurano scene evangeliche. Nella parte inferiore ci sono otto icone con copertura d’argento, San Nicola, la Madonna in Trono, il Cristo Re, la SS. Trinità, San Spiridione, la Madonna con Bambino, San Giovanni il Precursore; ai due lati le icone di San Giorgio e quella di Santa Caterina d’Alessandria. Più avanti si può ammirare la splendida tela che raffigura l’episodio biblico noto come “L’Ospitalità di Abramo”. 

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