"In piazza Libertà una brutale potatura che si poteva evitare"
In questo periodo tutto il nord d’Italia oltre che piangere i suoi morti causati dalle alluvioni, piange pure per gli innumerevoli alberi abbattuti dalla furia degli elementi cambiando lo scenario da paradiso terrestre a montagne prive della sua più conosciuta flora. Tutta l’Italia di questo ne è a conoscenza ma purtroppo contro la furia degli elementi causati dai cambiamenti climatici e anche da l’uomo nulla o ben poco si può fare, ma noi nella nostra città che facciamo, noi aiutiamo la natura in tutto questo abbattendo per motivi di viabilità ben dieci secolari alberi e per di più anche sani.
"Un albero secolare può venir abbattuto come un palo della luce?"
La risposta a questo ulteriore scempio, non bastava quello perpetrato in Val Rosandra che ancora non ha un vero colpevole, è quella disinvolta del solo rincuorare l’opinione pubblica sul fatto che altri nuovi alberi verranno posti nell' area in questione. Ma scusate, un albero secolare può venir abbattuto come fosse un palo della luce? Non è forse vero che anche loro sono esseri viventi e che hanno tutti i diritti di essere tutelati? Capisco che se un albero è ammalato ed è in pericolo di crollo s’intervenga immediatamente per l’incolumità delle persone, ma eliminare quelli sani proprio è una cosa che non riesco a digerire. Perché non si è pensato almeno di provare a spostarli in altro sito visto che qualunque città abbisogna di verde proprio perchè questi oltre che abbellirla la rende più vivibile per l’essere umano?
"Tutte scuse"
Non voglio andar avanti anche se le scusanti presentate per una simile azione penso non siano assolutamente sufficienti, ma mi auguro almeno che anche il verde della Piazza della Stazione faccia parte dell'enorme lavoro che si sta facendo in quella zona, in quanto tutte le aiuole e le sue siepi sono ormai da anni in condizioni indecorose. Concludo rinnovando per l’ennesima volta a chi di dovere, visto che si è trovato il modo e il tempo per eliminare con estrema facilità i nostri amati alberi, di potare anche un ramo dell'albero che ostruisce a tutti quelli che transitano dalle rive la visuale della statua di Massimiliano d’Asburgo in Piazza Giuseppina. (Venezia)
Fabricci Paolo