Coop, i soldi ci sono, ma sono investiti… e che problema c'è a disinvestirli?
Con rimando alla precedente segnalazione, Sergio Lorenzutti.
Continuano a sorprendermi sempre più le affermazioni che leggo sul quotidiano locale sia di Bolzonello, Vice Presidente della Regione sia dell’ avvocato delle coop, riguardo la certa restituzione del prestito dei soci.
Mentre il politico sa spalmare miele su ferite cocenti senza apparente cognizione del problema dei prestiti e dei bilanci della Coop. Op. ed è logico che si comporti così per non accendere gli animi e portare sconforto ai già stressati soci prestatori, non capisco cosa voglia dire l’ avvocato.
Infatti pare evidente la contraddizione in termini del suo dire riportato sul quotidiano locale. Sostiene che i soldi dei prestiti ci sono, ma che non sono disponibili ora, ma forse tra 2 anni sono vincolati e/o investiti in titoli di stato. Dunque che problema c’è nel disinvestire i titoli di stato?
Se esistessero basterebbe una telefonata all’ operatore di borsa per il loro disinvestimento, se fossero investiti in una polizza ad alto rendimento basterebbe chiudere detta polizza e riscattarli nel giro di pochi giorni, come questi contratti normalmente prevedono. Quindi dove sta il problema dei 2 anni di attesa? Egli aggiunge che con la vendita degli immobili della nostra cooperativa del valore di oltre E. 60 milioni c’è e avanza liquidità per restituire tutti i depositi che ammontano invece a E. 106 milioni. Mi farebbe molto piacere capire come queste cifre faranno a pareggiarsi.
Invece va riletta l’ intervista all’ ex sindaco DiPiazza che lancia un sasso nello stagno, fa un accenno molto mirato come chi la sa molto lunga sull’ inizio e la fine di questa storia nata cercando di arginare l’ arrivo di Coop Italia nella nostra provincia, parliamo di circa 20/25 anni fa, che si sta concludendo con una probabile cessione alla stessa dell’ intera Coop Op. di Trieste a costo stracciato stante il dissesto attuale.
A seguito del programma “RING” di Tele4 vorrei aggiungere che gli Organi di Controllo c’erano anche in cooperativa. Per legge i Sindaci effettivi componenti del Collegio Sindacale sono tenuti a controllare non solo la contabilità ma anche le delibere del CdA affinché’ esse siano conformi alla legge. Vero è che se qualcosa viene fatto fuori dai Verbali scritti nel Libro dei Verbali del CdA, libro obbligatorio per legge, loro non ne possono essere responsabili.
Fermo restando che se i consiglieri delle cooperative non possono esser dichiarati falliti rimane la responsabilità a carico dei Sindaci per non aver eventualmente controllato per bene la gestione della coop. che è una società a responsabilità limitata. Poi il CdA ha espressamente incaricato un Ente esterno alla coop. per effettuare indipendentemente tutti i controlli che ritenevano opportuni sulla gestione aziendale. Cosa questi abbiano controllato non lo so, ma certamente in qualità di controllori “super partes” immagino che qualcosa avrebbero dovuto subdorare.
In quanto alle leggi che ho sentito menzionare ricordo che la nostra regione che è a statuto speciale ha diritto e potestà di legiferare sulle cooperative e che pertanto anche le leggi sul controllo – revisione – delle cooperative previste dall’ ordinamento italiano qui non si applicano.
Un tanto vale anche per il Trentino Alto Adige al cui Statuto fondante la loro cooperazione si è ispirata la nostra regione. Ovviamente rimangono ferme le leggi nazionali espressamente riguardanti le cooperative (norme fondanti e speciali per ciascun settore di esse ), le leggi speciali specifiche per la cooperazione, il codice civile e quello penale. Tutto il resto è a carico delle singole regioni a statuto speciale.