Restrizioni sugli orti famigliari, la segnalazione di un lettore
Scrivo a nome dei tanti piccoli agricoltori dilettanti a livello famigliare che contribuiscono a mantenere ordinato, e quindi al sicuro da incendi, buona parte dell'agro triestino. Pare che in virtù di interpretazioni restrittive, arbitrarie e spesso diverse da altre parti ďItalia, il recarsi nei propri poderi al fine di provvedere alla normale gestione di vigneti, oliveti ed orti sia consentita solo ai cosiddetti "coltivatori diretti", in virtù del fatto che solo queste figure trarrebbero sostentamento dalľ attività agricola.
A parte il fatto che rarissimi sono i casi di chi trova compiuto sostentamento da attività agricole nella nostra provincia (che non è il Friuli), il più delle volte si tratta di realtà mantenute artificialmente a suon di contributi pubblici ma che vedono con fastidio i piccoli agricoltori famigliari quasi fossero dei potenziali concorrenti. Da ciò il sospetto che certe interpretazioni restrittive assunte (non si sa da chi e a quale titolo) possano essere il frutto di pressioni esercitate proprio dalla "corporazione" dei coltivatori diretti. Fabio Tercovich