Festival di Sanremo vuol dire polemica: tra Conchita Wurst, Platinette e cachet conduttori
Dal martedì 10 febbraio fino a sabato 14 torna come ogni anno, puntuale come un orologio svizzero, il Festival della Canzone Italiana dal Teatro Ariston di Sanremo, quest'anno giunto alla sessantacinquesima edizione
Tempo di Festival, quindi tempo di polemiche sulla rassegna stessa, quest’anno particolarmente numerose ed aspre. Non possiamo non partire dalle consuete discussioni sul cachet dei conduttori. Quest’anno a dirigere la rassegna come conduttore e direttore artistico sarà Carlo Conti, probabilmente il volto maschile più importante del momento in casa RAI, affiancato da due co-conduttrici/vallette, Emma Marrone ed Arisa (esibitasi un paio di mesi fa al Casinò Perla di Nova Gorica). Completa il cast la modella Rocío Muñoz.
Stando ai rumors Conti dovrebbe ricevere un compenso di circa 500.000 euro (a cui va aggiunto il contratto già in vigore in RAI) e circa 80.000 euro alle due cantanti che affiancheranno il conduttore toscano. Emma, anticipando diatribe e polemiche, ha fatto sapere di aver rinunciato al cachet (verranno pagati solamente i componenti del suo staff). Complessivamente i compensi, se paragonati a quelli degli anni precedenti, sono inferiori, così come imposto già da tempo dalla RAI, visti i tempi di crisi e di spending review anche se non mancano gli “indignatos all’italiana” che si lamentano sui principali social network per le cifre esose spese per la rassegna.
Se consideriamo l’evento Festival mai passato di moda, dati gli ascolti che anno dopo anno tengono (sia come auditel che come share) si può ben capire quanto un prodotto del genere per la pubblicità sia appetibile e quanto consistente sia il costo degli spot inseriti nei diversi spazi pubblicitari. Le entrate per la voce pubblicità quindi, molto probabilmente andrà a coprire totalmente quelli che sono i costi della rassegna. Non solo, è probabile anche che la RAI ci possa pure guadagnare dalla manifestazione canora, registrando un saldo positivo e potendo così investire i guadagni in ulteriori programmi di qualità. Da non sottovalutare la scelta (sia di opportunità, ma pure economica) di reintrodurre nuovamente, dopo alcuni anni, il Dopo Festival, traino anche questo di pubblico e di conseguente pubblicità.
Le polemiche non finiscono qua, coinvolgendo anche ospiti e big in gara: dalla polemica sul duetto che Grazia Di Michele (già insegnante nella scuola di Amici) farà con Mauro Coruzzi (conosciuto al grande pubblico come “Platinette”); all’esibizione dell’ultima vincitrice dell’Eurosong Vision Contest , la barbuta drag queen Conchita Wurst che ha scatenato violente polemiche per la sua presunta “inopportuna” presenza. Tra l’altro il vincitore di questo Festival di Sanremo parteciperà di diritto alla prossima edizione della rassegna europea a Vienna, salvo rinuncia dell’artista stesso.
Gli omofobi, insomma, approfittano pure di Sanremo per scagliarsi violentemente contro la comunità LGBT italiana e non (acronimo di Lesbiche, gay, bisex e trans) ed il presunto dilagare di “ideologie gender” che andrebbero ad intaccare quella che è la famiglia tradizionale, creando inoltre, stando sempre a questi, presunti traumi ai bambini, influenzando quello che è il loro orientamento sessuale.
Strumentali frasi che si commentano sole, dichiarate da chi di chi è carico d’odio e di risentimento, non riuscendo a vivere serenamente la propria vita, attacca e offende il prossimo.
Luca Marsi
Sociologo